Fiabe

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Mammaoca legge e racconta fiabe da quando è nata. Forse un po’ dopo, prima gliele raccontava la nonna davanti al camino. Hanno talmente a che vedere con la realtà! Attraverso la fantasia, attraverso segni e simboli spiegano ai bambini e spesso ai grandi quei misteri della vita cui non si saprebbe dare un nome: amicizia, felicità, tradimento, amore, bene, male, e tutti quei prodigi che, a ben guardare, avvengono di continuo anche nella vita.

La sfida è questa, provate a leggere o a rileggere una fiaba, di quelle che vi raccontavano, quella che vi piaceva di più e provate, mentre la leggete a scrivere del perché, del percome e dei temi di cui parla, segnate le belle frasi, i passaggi più belli, le contrapposizioni che spesso sono presenti. Cercheremo di fare una biblioteca di fiabe, divisa per tematiche. Molte fiabe sono già presenti sul web, ma spesso sono in edizione non integrale con grave danno al senso, al significato ed alla bellezza di parole e frasi. Se vi piacciono queste che pubblichiamo, potete stamparle in PDF.

Alcuni suggerimenti

  • La fiaba deve essere integrale, mentre di solito le edizioni per bambini sono riduzioni malfatte.
  • Ai bambini sarebbe meglio leggerle o raccontarle rappresentandole, immedesimandosi, con “voci” diverse, vocine da principesse, vocioni da orchi. Ogni mamma lo sa fare per suo figlio, e ogni maestra lo sa fare nella sua classe. In questo modo, tra l’altro, anche quei passaggi che ci sembrano troppo forti, ricordiamo che il Regno delle Fate può essere feroce, possono essere o sottolineati con voci spaventose (ridicolizzando in un certo senso la cattiveria) o annacquate, e qui dipende dall’adulto che racconta cosa fare, da quel che pensa sia più adatto.
  • Per individuare i temi di una fiaba o in generale di un libro e capire se corrisponde a ciò che desideriamo, e quindi stupirne , e dire “Che bella questa fiaba, che bello questo libro!”, dobbiamo leggere in fondo al nostro cuore, lì dove alloggia ciò che pensiamo sia la cosa più importante e fare un paragone. Il bello è che vale per tutto ciò che facciamo, fiabe, libri, vacanze, gite, frasi, ossia quello che vorremmo proporre attraverso questo sito. Ebbene sì, noi madri lavoriamo sempre.
  • Suggerisci anche tu. Una fiaba, di cosa parla, del perché ti piace, o piace a tuo figlio, se ti viene in mente una ricetta, o un gioco, o un quadro, o un lavoretto ad essa collegata. Passaparola

Alcune osservazioni di MammaOca sul fantastico e periglioso Regno delle Fate

Osservazioni dalla lettura della fiaba Le Fate, di Charles Perrault

  • Feeria è un regno fantastico che non è il nostro, anche se costruito dalla fantasia degli uomini; è popolato da personaggi di ogni genere e le leggi che lo governano sono ferree. E la nostra fantasia ci sguazza che è un piacere, trovandovi bellezza e allo stesso tempo insegnamenti; detto ciò non è che nella realtà brameresti di incontrare una strega, un drago o una che vomita rospi, ma non siamo nella realtà, anche se, immagino che a tutti sia capitato di incontrare qualcuno che sembra una strega o un drago o una che vomita rospi o diamanti.
  • Proprio per la bellezza e la forza di queste immagini, di questi personaggi, di alcuni particolari, diamanti e rospi ad esempio, ci possiamo identificare, senza avere paura di un riconoscimento che, dato che viaggiamo in un regno fatato, estremo fino all’eccesso, non può essere preciso, pur potendoci, come già detto, totalmente identificare. Un bambino quindi può sentirsi totalmente libero di elaborare un pensiero negativo sulla madre cattiva, (quante volte i nostri bambini ci identificano con la più brutta e cattiva delle streghe, anche se magari un attimo prima eravamo la più bella principessa di tutte e, lasciati all’asilo, quante volte avranno pensato di essere stati abbandonati per sempre ), ma il pensiero negativo è come se venisse lasciato lì in quel mondo fantastico, bellissimo, ma altro rispetto alla realtà, mentre l’arricchimento di quello che si è imparato rimane per sempre.
  • Per tornare alla fiaba Le Fate, ad esempio, e mentre scrivo queste cose pensate se  qualcuno, nelle vostre famiglie, non si sente un po’ in queste situazioni (a casa mia certo che sì, si sprecano sorelle malcapitate e incomprese e genitrici cattive e che stanno solo dalla parte di…)… ci vuole una madre cattiva per esaltare, in contrasto, la resilienza di una figlia maltrattata, così come ci vuole una sorella sgarbata e superba per esaltare la gentilezza dell’altra, e se poi una madre caccia una figlia di casa, è solo così che quella può incontrare il principe della sua vita; e alle volte pensi, (perché non solo i bambini si sentono liberi), che forse non sarebbe male farlo anche nel nostro di regno…
  • Il Regno di Feeria è feroce, e la superbia, l’arroganza e la cattiveria vengono punite in modo forte e violento, ma, anche nel nostro mondo, una persona così rimarrà sola per sempre e capirlo e insegnarlo, senza dirlo in maniera diretta, che è quello che ci permette la fiaba, è meglio, anzi giusto.  
    Il premio e il castigo si fanno vedere e toccare in tutto il loro splendore e… disgusto.
    Per questo la gentilezza che comunque chiede di essere coltivata nel tempo, la bontà che nelle fiabe è sempre associata alla bellezza, vengono premiate. Nel tempo vengono premiate e se ci fate caso il tempo è sempre lungo, perché la battaglia della vita, “lei gli raccontò tutta la sua avventura” viene detto verso la fine di questa fiaba, dura per tutto il tempo che percorriamo la strada che ci conduce verso la felicità.
  • Per questo e tanto altro ancora, che Feeria è un regno vastissimo e ricchissimo, le fiabe sono la lettura più adatta ai bambini. Soprattutto oggi. Non dobbiamo privarli di miserie e ferocia, che, presentandosi in maniera così estrema in un mondo altro, i nostri bambini saranno in grado di riconoscere, in tutti i modi esse si presentino, anche nel nostro. Privandoli della cattiveria, paradossalmente, li priviamo anche della bontà, che si erge a contrasto desiderabile, e di tutte le cose belle che ne derivano: fiducia, speranza, certezza e felicità.

Osservazioni dalla lettura di Hansel e Gretel, dei fratelli Grimm

Dal calderone di tutte le meraviglie di Feeria, che cosa hanno tirato fuori i fratelli Grimm? Anche questa volta la mia premessa è un po’ lunghetta, ma mi pare necessaria a spiegare qualche punto oscuro, e sottolineo che nelle letture fatte ai bambini i punti oscuri e un po’ drammatici sono sempre i preferiti, soprattutto se sottolineati adeguatamente, e in maniera un po’ sopra le righe, dalla voce.

Primo. Qualsiasi sia la condizione iniziale, i nostri eroi di fiaba possono trovare la strada della felicità pur dovendo, direi per forza, passare dal bosco più tetro e dalle insidie più pericolose. Si affidano al buon Dio come Hansel e Gretel, e, nel caso della bellissima trasposizione lirica di questa fiaba (ne parlo sotto tra gli utili), agli Angeli Custodi, e tranquilli dormono, e partono. Scrive Tolkien nel suo saggio sulla fiaba che “il pericolo, il dolore e l’ombra della morte possono impartire dignità, a volte addirittura saggezza, a giovani inesperti”. E se i giovani inesperti sono in due, è meglio, insieme è più facile. Insieme ci si dà forza, ci si consola, si combatte e si gioisce.

Secondo. L’esordio di questa fiaba è uno di quelli più disdegnati dai genitori moderni, additato come tabù dai detrattori delle fiabe: l’abbandono dei bambini nel bosco. Ricordiamo che ci sono stati tempi, quelli in cui vennero scritte le fiabe che conosciamo, (e anche oggi succede in tante parti del mondo), in cui i bambini lavoravano, e quando le famiglie erano troppo povere venivano dati via, abbandonati. Lo so che mi direte che nella nostra realtà di oggi non si abbandonano i bambini nei boschi, è vero, al limite intervengono i servizi sociali…  Voglio però ricordare che è una fiaba, quindi estrema, e che un bambino vede tutto in maniera estrema, tanto che essere lasciato all’asilo equivale ad essere abbandonato nel bosco, (per questo si inventano quei rituali di allontanamento graduale). E comunque è solo l’abbandono nel bosco che costringe Hansel e Gretel a tirar fuori tutte le proprie risorse e capacità, (le difficoltà fanno crescere), pur mantenendo le ingenuità da bambino, e questo dovrebbe dire qualcosa anche alle nostre paure di genitori.

Terzo. Le ingenuità sono visibili in molti passaggi della fiaba, quelli che tutti i bambini cui l’ho raccontata sottolineavano quasi urlando, quasi volessero avvisare quei due poveri sprovveduti, e forse se stessi: ma perché spargi le briciole, non sai che gli uccellini le beccano? Ma perché non segui tuo padre, ma non vedi che è solo un ramo che batte, ma perché entri in quella casetta, non vedi quant’è brutta quella vecchia? Una tensione che cresce fino a quella frase che una volta un bambino, quasi piangendo, mi sottolineò urlando: ma perché non capiscono che li imbroglia… come fare a capire, da ingenui che si è, l’estremo inganno di quelle parole: “e Hansel e Gretel si coricarono e credettero di essere in paradiso.”

Quarto. Il momento dell’estremo inganno è quello in cui inizia la prigionia, quattro settimane di paura ricordiamolo, ma, allo stesso tempo, è il momento in cui si iniziano ad affilare le armi dell’astuzia, del coraggio e dell’intelligenza. Doti che si rivelano nello stesso momento in cui la strega, ovvero la cattiveria incarnata, dimostra la sua stupidità, e questo è un altro tema fondamentale delle fiabe.

Quinto. Il cattivo, (il male, orco o strega che sia, e tutto ciò che ne deriva in egoismo e superbia), dato che è sempre accentrato sul soddisfacimento delle proprie voglie, è talmente pieno di sé che non concepisce neppure che esista un altro che sia capace di un’azione e quindi, prima o poi, fa qualcosa di stupido ed è lì che si può affrontare e battere. Tutti, tutti, i cattivi di fiaba, e forse non solo di fiaba, sono così. Certo ci vuole un po’ di tempo, alle volte molto, per “affinare le armi”, e, come in questo caso, l’intervento di un’azione estrema, ma allora che urli di gioia, di liberazione dalle angosce appena passate, ci sono fin abbracci, e li sentiamo e vediamo da Hansel e Gretel, ma anche dai bambini che ascoltano questa fiaba, soprattutto quando la vecchia strega viene spinta nel forno. Perché i bambini amano la giustizia. E poi è tutto un crescendo di dimostrazione di furbizia e le pietre preziose sono certo “meglio dei nostri sassolini”, di lungimiranza, ok la strega è morta ma andiamocene dal bosco, di pazienza e prudenza, meglio salire uno alla volta sull’anatra che ci salva. E ci conduce alla felicità.
Devo ammettere che i bambini che ascoltano questa fiaba, tutti, esultano anche quando sanno che la madre è morta, e noi ci consoliamo sapendo che i bambini sono crudeli e che quella in fondo era la solita matrigna. 

La frase conclusiva che ci piace di più, cari bambini, adesso che ci sentiamo un po’ nella stessa condizione prigioniera di Hansel, (tranne che, credo, nessuno ci vuole mangiare), è sicuramente quando leggiamo che, dopo un mese di prigionia,
“Hansel saltò fuori dalla gabbia come un uccello quando la porta viene aperta.”
E così faremo anche noi, saltando fuori liberi e felici.

Se vi interessa conoscere di più il mondo di Feeria, questi che seguono sono i titoli dei libri su cui ho trovato e trovo quel che dico, che mi hanno ispirato e che continuano ad indicarmi un cammino di conoscenza. Gli autori sono i cavalieri che mi accompagnano (anche se la prima è una donna, ma penso che non si offenderà)

  • Cristina Campo,  Della fiaba e Fiaba e Mistero in Gli imperdonabiliAdelphi.  Ma anche gli altri saggi, brevi, incisivi e speciali, ci aprono lo sguardo rendendolo acuto.
  • Gilbert K.Chesterton, L’etica del paese delle fate, in Ortodossia, Lindau. Questo saggio sulle fiabe lo trovate anche nel libro Jack l’ammazzagiganti, Lindau, che è una delle fiabe citate da Chesterton.
  • Bruno Bettelheim, Il mondo incantatoFeltrinelli.
  • J.R.R.Tolkien, Albero e foglia, Bompiani.

Si fa tutto per i bambini.

10 risposte a "Fiabe"

  1. Ho letto un libro, per bambini di tutte le età, che va al fondo del cuore e che vorrei consigliare a tutti!
    si intitola “Tu sei speciale” di Max Lucado.

    “Pulcinello rise:-Speciale, io? Perche? Non so camminare veloce. Non so saltare. Mi si stacca la pittura. Perchè dovrebbe importarti di me?- Eli guardò pulcinello, posò le mani sulle sue piccole spalle di legno e parlò lentamente: -Perchè tu sei mio, è per questo che mi importa di te-.

    Nessuno aveva mai guardato pulcinello in quel modo e lui non sapeva cosa dire.

    (…)

    -Ricorda- disse Eli, mentre il Wemminck usciva dalla porta – Tu sei speciale perchè ti ho fatto io. E io non faccio errori-.

    Chi non vorrebbe essere guardato così?!?

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  2. Perchè solo fiabe?
    mia nonna da piccola invece delle fiabe mi raccontava le storie dei santi e gli aneddoti della sua vita quando viveva in un grande podere e faceva oltre che la contadina la cuoca per tutta la famiglia (23 persone) ed io ne rimanevo affascinata. Molto più affascinata che dalle storie di maghi cattivi, fate buone principesse da salvare, regni incantati ecc, ecc.
    Troppo attaccamento alla realtà? Forse sì ma me ne vanto. O forse semplicemente la realtà è più bella e attraente della fantasia perchè la puoi toccare, la puoi vivere e quello che di straordinario accade nella vita di persone reali posso ragionevolmente sperare che accada anche a me.
    Per i miei figli vedo che è lo stesso. Ho il libro ‘Fares pecat a lamentam’ che narra la storia di Dario e Clementina Nembrini. Mia figlia (4 anni) mi chiede spessissimo di leggerle alcune pagine ed in particolare la ‘presentazione’ dei loro 10 figli. Ora proprio ieri sera prima di addormentarsi mi dice:
    “Mamma, ma quando ti risposi con il babbo?”
    Ed io:
    “Ma la mamma ed il babbo sono già sposati non occorre che ci risposiamo ancora.”
    “Ah! Beh, insomma… quando fate un altro bambino?”
    “Ho capito vuoi un altro fratellino?”
    “No! tanti… un po’ come Gabriele, però anche un po’ femmine… però tanti hai capito”
    “Ho capito. Ne parlo con il babbo e vedremo cosa si può fare.”
    Dopotutto si fa tutto per i bambini.
    Buona giornata e buon lavoro!

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  3. Dal libro Heidi:
    – Sai che il buon Dio aveva ragione?
    Il vecchio si fermò di botto a guardarla:
    – Ma che stai dicendo?
    – Ti spiego. A Francoforte, quand’ero disperata, la signora Sesemann mi consigliò di rivolgermi a Dio. Io lo pregai tanto tanto che mi facesse tornare subito a casa, ma lui non mi diede retta, allora mi arrabbiai e non lo pregai più. Poi la signora mi spiegò che avevo fatto male a smettere di pregarlo perchè Dio, che vuole solo il nostro bene, esaudiva chi si raccomandava a lui solo quando riteneva fosse il momento giusto. Infatti, se mi avesse accontentata subito io sarei venuta a casa, sì, ma avrei portato alla nonna solo quanche panino secco, non avrei avuto I soldi per aiutarla e non sarei stata capace di leggerle le poesie a voce alta. Adesso che ho capito come stanno le cose con Dio, stai pur certo che non smetterò mai di pregarlo e di ringraziarlo, e se lui non esaurdirà subito I miei desideri io mi dirò: “Non mi accontenta perchè sta pensando a qualcosa di meglio per me”. E’ molto importante, nonno, continuare a pregare. Perchè Dio non si dimentichi di noi, noi dobbiamo sempre ricordarci di lui.

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  4. Ho letto una nuova fiaba di Andersen che mi è piaciuta molto, “L’uomo di neve”. Parla della nostalgia, del desiderio di incontrare ciò per cui si è fatti, di cui si è fatti. Un desiderio che spero di tenere sempre desto in me. Buona serata.

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  5. Ho tre bambini e leggendo loro molti libri presi in biblioteca ho sempre notato le brutte trasformazioni subite dalle fiabe e sono sempre felice di potergli leggere qualche vecchia edizione anche delle storie più comuni come cappuccetto rosso. Spesso nei vecchi libri trovo anche fiabe che non pubblicano più.
    Ad esempio tempo fa ho trovato un vecchio libro di fiabe di Andersen sul quale ho letto la fiaba il Lino. Mi è piaciuta tantissimo. Parla delle numerose trasformazioni che subisce il lino, ogni volta pensa sia la fine, ma dalla sofferenza nasce sempre qualcosa di più bello per lui. Finchè il manoscritto con il quale è finita la sua lunga avventura viene bruciato e lui è contento di poter salire fino al cielo.
    Anche in una vecchia edizione di Heidi ho trovato un passo molto bello relativo alla preghiera che non avevo mai sentito.
    Mi piace questo blog. Stamperò le fiabe per leggerle ai miei pupi.

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    1. Ti piaceranno sicuramente “Penna e calamaio”, “Lo zar Saltan” e “La principessa e i sette cavalieri”, nonchè “La regina delle nevi”. Grazie

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      1. Anche “La Margheritina” di Andersen è molto bella. L’ho letta la prima volta durante la “vicenda” di Eluana e non so spiegare perchè ma me l’ha ricordata molto. Buon lavoro.

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