Temi letterari della Maturità 2025. È sempre la poesia di Pasolini ma in primo piano troviamo in evidenza un’altra sfaccettatura, il linguaggio cambia, lo stile è diverso. Un nuovo aspetto, una nuova relazione col poeta, con le sue parole. Bellissimo scoprire così la potenza della poesia.
Trovate qui l’articolo che introduce i Temi della Maturità 2025, il testo della poesia di Pasolini e tutti i pensieri liberi e scioltissimi scritti finora.
Capiamo fin dalle prime righe che chi scrive è giovane, Carlo Simone è un prof, uno scrittore, con uno sguardo ben piantato sui ragazzi, forse perché anagraficamente non ha molti anni in più di loro. Così che vede il ragazzo, che si definisce uomo, Pasolini, chiuso nella sua stanza, così come fanno i ragazzi nella loro cameretta, – alterazione vezzeggiativa in linea con i tempi – anche se in realtà nel loro silenzio, essi stanno aspettando. Cosa? Il percorso del prof Carlo passa attraverso le parole della poesia e lo sguardo sui ragazzi… qualcosa di nuovo deve irrompere da fuori la cameretta.

È bello star da soli solo se poi arriva qualcuno. Non fraintendetemi: adoro avere spazio e tempo per me, soprattutto da quando ho figli. E io sono uno di quelli per cui vale l’antico adagio «In omnibus requiem quaesivi, et nusquam inveni nisi in angulo cum libro». L’angulo per eccellenza per me è stata ed è la mia stanza, come quella di cui parla Pasolini nella sua poesia uscita allo scorso esame di maturità. La cameretta è la crisalide in cui avviene la metamorfosi di ogni bambino, passando per i turbinii dell’adolescenza, fino a quel che viene dopo. Mi colpisce che nella poesia Pasolini si definisca uomo: ha solo vent’anni, quando la scrive. Mi chiedo quanti ventenni di oggi si considererebbero già uomini. Io stesso mi chiedo se mi definirei tale, e ho trent’anni.
Nella propria stanza si trascinano come dopo la pesca a strascico tutti i pesi e i pensieri della giornata, e li si affronta nel silenzio. Si cercano vie di fuga e si tenta d’indovinare il profilo del futuro. E presto subentra un po’ d’amarezza: annotta da millenni questo benedetto medesimo mondo. Nessuna novità rilevante, se non in noi: Ma è mutato | il cuore, constata Pasolini, con un enjambement forte forte. E che ha scoperto? Che non basta che cresca l’età anagrafica (lui dice: che passino in cielo mille lune), perché giunga finalmente un tempo | che veramente sia nostro. Spegnere le candeline non basta per diventare uomini: ecco forse il perché oggi tanti giovani facciano fatica a concepirsi e comportarsi da adulti. Per bello che sia starsene nella propria cameretta, non basta. Non è lì che si compie il destino: non in un luogo in cui io mi ritrovo tutto da solo con me stesso. Allora? Occorrerebbe qualcosa che giunga da fuori della nostra stanza.
Montale, in una poesia che amo molto, parla del fantasma che ti salva, in cui forse ci si imbatte scavalcando il muro delle nostre disillusioni, dell’amara realtà, e oggi direi anche della nostra comfort zone. Un altro poeta ligure, Sbarbaro, scrive dei versi splendidi ricordando proprio la stanza in cui dormiva da ragazzo: Ma te la mia inquietudine cercava | quando ragazzo | nella notte d’estate mi facevo | alla finestra come soffocato: | che non sapevo, m’affannava il cuore. Si cerca sempre qualcuno, soffocando alla finestra, cuore in affanno: specie da ragazzi. Dopo si fa finta di niente, talvolta così bene da convincersi che non ci sia niente da aspettare. Sbarbaro è fortunato: nella stessa poesia scrive che, tanti anni dopo, quel bene tanto atteso è finalmente venuto, con passo di danza è entrato nella sua vita, e le parole e la voce gli mancano per festeggiarlo. Il bene, se c’è, può venire solo da fuori di noi. Questo mi fa tornare in mente le camerette più celebri del mondo, quelle (di solito semplici, ma bellissime) in cui nei secoli è stata ritratta la Madonna, da ragazzina, quando l’angelo la visita. Davanti al letto mia moglie ed io teniamo appesa una raffigurazione dell’Annunciazione celeberrima del Beato Angelico, regalo dei nostri testimoni di nozze: che meraviglia cominciare le giornate spiando in quella camera con giardino… Sì, una cameretta silenziosa tutta per noi ci vuole: mica l’angelo ti può venire a trovare in mezzo al mercato! Però occorre anche affacciarsi alla finestra, e sapersi mettere bene in ascolto del mondo.
Proprio come fa Pasolini: che, guardando per l’ennesima volta la luna, la vede farsi nuova, e si accorge dei grilli che cantano il loro canto antico. Non sarà la donna della vita che Sbarbaro finalmente incontra dopo un’estenuante ricerca; non sarà l’arcangelo Gabriele; ma è già qualcosa: è accorgersi che esiste un mondo, e che è antico, più antico di ogni giovane uomo di vent’anni; quel piccolo mondo antico che non smetterà mai di sedurre Pasolini col proprio canto: tanto che, nella sua maturità intellettuale, lo scrittore friulano lancerà i suoi strali contro la massificazione e il “progresso”, meditando proprio su quell’Italia popolare e contadina che vedeva dalla finestra della sua infanzia, che ora non c’è più.
Nel romanzo che ho scritto (NdR Carlo Maria Simone, Voluti al mondo, Cantagalli Editore) la protagonista fa una scoperta fondamentale proprio quando è chiusa in cameretta: ma tutto accade grazie al fatto che la mamma entra e le svela una verità nascosta a lei preclusa, finché rimasta sola. In camera dei ragazzi bisogna entrarci in punta di piedi: però bisogna entrarci. Poiché in realtà, nel loro silenzio, essi stanno aspettando. Forse è anche questo ciò che Pasolini intendeva fotografare coi propri versi.
I Temi della Maturità 2025 svolti da amici
- Tema della Maturità 2025. Il girasole, le cicale e i grilli di Pasolini – all’improvviso –
- Fabio Cavallari. I grilli. Non Dio. Non la mamma. Non Marx. I grilli. Cavallari sulla poesia di Pasolini
- Sonia Z. Una stanza, la luna, i grilli, e la bellezza delle nuvole. Una prof si lascia provocare dalla poesia di Pasolini
- Valeria De Domenico. I pensieri scioltissimi di Valeria su Il Gattopardo e sul canto antico dei grilli di Pasolini
- Marina Corradi. Forse un levarsi inaspettato di speranza. Marina Corradi legge la poesia di Pasolini. Articolo pubblicato su Avvenire il 19 – 6 – 2025
Le cicale, di Giosuè Carducci. Per parlare – anche noi – della maturità 2025
Trovate le poesie del blog alla pagina Poesie e Filastrocche
