Temi letterari della Maturità 2025. Si chiude con questo articolo della giornalista Marina Corradi il bellissimo punto di fuga che dal mondo solito di MammaOca, fatto di fiabe, libri e poco altro – si fa tutto per i bambini – ci ha portato sulla strada di Pasolini, della prima prova dell’esame di maturità e dei ragazzi maturandi.
Se nelle poesie, o nei racconti per “grandi”, la realtà si presenta – all’improvviso – è la luna nuova, sono le cicale, i grilli, è il girasole, è una parola, un verso, anche un bambino ne può cogliere bellezza e senso. Facciamo sempre alzare loro lo sguardo.
Trovate qui l’articolo che introduce i Temi della Maturità 2025, il testo della poesia di Pasolini e tutti i pensieri liberi e scioltissimi scritti finora.
La giornalista Marina Corradi chiude la parabola che ci ha proiettato nel mondo “dei grandi”. Della poesia di Pasolini ha sottolineato, anzi, ha proprio dato forma a qualcosa che mi si era affacciato alla mente, quando avevo saputo che solo il 7% dei maturandi aveva svolto il tema letterario.
“ed ecco pare farsi nuova la luna, e – all’improvviso – cantare quieti i grilli il canto antico. Forse questo levarsi inaspettato di speranza ha sconcertato i maturandi del 2025?”

Intorno a Appendice I, di Pier Paolo Pasolini
di Marina Corradi
Articolo pubblicato su Avvenire il 19 giugno 2025
Pochi, fra i maturandi di questo giugno 2025, hanno scelto la traccia della poesia giovanile di Pier Paolo Pasolini. Troppo lontano dai nostri figli lo studente di 22 anni che nel 1944, nel fondo della guerra, lasciava quelle righe in un diario? Certamente questo Pasolini quasi adolescenziale apparteneva a un mondo altro dal nostro, impregnato e ferito dal chiasso, spesso bugiardo, a volte terreo, dei social media. Eppure quanto umana e autentica, al di là di ogni tempo, quella confessione di nostalgia di qualcosa che sfugge tra le mani: mentre il tempo, come la ruota di una macina di mulino, indifferente procede e ci cancella.
“Mi ritrovo in questa stanza
col volto di ragazzo, e adolescente,
e ora uomo. Ma intorno a me non muta
il silenzio e il biancore sopra i muri
e l’acque; annotta da millenni
un medesimo mondo”.
Come in uno specchio un ragazzo, poi un giovane, poi un uomo, nel mutamento del suo maturare. Ma, attorno, tutto uguale: “Annotta da millenni un medesimo mondo”. Il mistero del tempo che ci vede nascere e morire, fino a essere del tutto dimenticati, grava sul diario del ragazzo del 1944. Non è una cosa, in fondo, che sappiamo tutti, e di cui normalmente non parliamo? “E tutto cospira a tacere di noi, un po’ come si tace un’onta, forse, un po’ come si tace una speranza ineffabile”, scriveva Rilke, trent’anni prima.
Il giovanissimo Pasolini cerca di violare il non detto ordine del silenzio. Ma, annota, già “è mutato il cuore”(..)
“E mille lune
non son bastate a illudermi di un tempo
che veramente fosse mio”.
La mano che stringe ad afferrare vita, bellezza, amore: ma più stringi e più tutto scivola via. Nulla ci appartiene.
“Un breve arco segna in cielo la luna. Volgo il capo
e la vedo discesa, e ferma, come
inesistente nella stanca luce”.
L’eco di Leopardi è trasparente. Il cuore di un giovane uomo, oltre cento anni dopo, si scontra contro la medesima mole di solitudine e domanda di Leopardi. Forse non così diversa da quella di mille ragazzi dell’anno 2025. Solitudine, ansia di senso, e, magari non riconosciuto, un radicale bisogno di essere amati, come scritto addosso.
Forse la genialità di Pasolini lo trasporta precocemente alla maturità, sapendo già, già avendo capito ciò che altri capiscono a cinquant’anni? Possibile: coetaneo, quel ragazzo, dei nostri, ma affinato ad un altro ritmo dalla sua dolorosa sensibilità.
O forse è il finale che ha distolto i maturandi?
“Credo tutto esausto
di quel perfetto inganno: ed ecco pare
farsi nuova la luna,
e – all’improvviso –
cantare quieti i grilli il canto antico”.
Ogni cosa pare compresa e finita al ragazzo, in un “perfetto inganno”.
“Perfetto inganno”: ad ogni primavera gli uomini forse non si rallegrano? Di cosa però, se quella vita si ripete uguale, mentre noi passiamo?
Forse, fin qui, molti ragazzi nati nel 2007 potrebbero essere d’accordo: nel senso del nulla, di solitudine che può toccare ogni uomo, finché non incontri un Dio che spesso cerca senza affatto saperlo. Ma un sussulto, come una folata di vento, scompone le ultime righe. La luna si fa nuova, ed ecco, “all’improvviso – cantare quieti i grilli il canto antico”.
È un istante. Il giovane Pasolini spera. Forse è la memoria cristiana in cui è cresciuto, forse l’istinto di vita di ogni giovane, che nella sua natura tende a domandare una vita vera.
Viene da chiedersi quanto nei figli, e prima ancora in noi, sia stato negato questo istinto originario dal nichilismo in cui siamo educati, magari da a loro volta inconsapevoli maestri. Forse questo levarsi inaspettato di speranza ha sconcertato i maturandi del 2025? Perché fino all’”esausto inganno” potevano essere d’accordo. Ma quell’aprirsi inaspettato di un nuovo sguardo, in molti non lo hanno sperimentato. Non glielo hanno insegnato. Nemmeno, forse, lo hanno mai visto in nessuno di caro – non in un credibile testimone.
I Temi della Maturità 2025 svolti da amici
- Tema della Maturità 2025. Il girasole, le cicale e i grilli di Pasolini – all’improvviso –
- Fabio Cavallari. I grilli. Non Dio. Non la mamma. Non Marx. I grilli. Cavallari sulla poesia di Pasolini
- Sonia Z. Una stanza, la luna, i grilli, e la bellezza delle nuvole. Una prof si lascia provocare dalla poesia di Pasolini
- Valeria De Domenico. I pensieri scioltissimi di Valeria su Il Gattopardo e sul canto antico dei grilli di Pasolini
- Carlo Maria Simone. Affacciarsi alla finestra per vedere la luna che si fa nuova. Un giovane prof sulla poesia di Pasolini
Le cicale, di Giosuè Carducci. Per parlare – anche noi – della maturità 2025
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