31 ottobre, Santa Lucilla. La piccola luce scintillante e luminosa. “il più bel nome io abbia mai sentito”

Non è incredibile che nel giorno che ricorda la santa lucente e luminosa ci sia il buio commercialmente kitsch di zombie e mostri ?!…
Ma soprattutto non è incredibile che io abbia una figlia con questo nome e non abbia mai parlato della sua santa?!…
E neppure di quel che disse quel prete che la battezzò?!…

È andata così. A casa di mia figlia lei dice – Oggi è santa Lucilla, Nicho – e il figlio novenne – Ah per questo è Halloween!! 🙂
Allora la sottoscritta, stupita come sempre delle evoluzioni mentali dei bambini, prendendola alla lontana, sulla chat di famiglia allargata che riporta spesso questi scambi memorabili tra figli, cugini, generi e nipoti scrive – è vero che la parola Halloween deriva da “All Hallows Eve”, vigilia di Ognissanti, ma oramai di Santi non c’è neppure l’ombra, anzi è rimasta solo l’ombra, e le caramelle che distribuisco ai bambini che suonano alla porta, ma il 31 ottobre c’è sempre Lucilla, la piccola luce – al che la cugina Giulia – Raccontaci la storia di santa Lucilla.
È vero!! Non l’ho mai fatto. Ma allora … dovrò farlo per tutti i figli!

Lucilla battezzata da san Valentino riacquista la vista, Jacopo da Bassano, 1575 circa

Lucilla, vergine e martire, nata e vissuta, per poco tempo, nel III secolo, si festeggia il 31 ottobre.
Anzi, dal MARTIROLOGIO ROMANO. Roma, il 31 ottobre si ricorda la Traslazione del beato Nemésio Diacono e della figlia Lucilla Vergine, i quali furono decapitati il venticinque Agosto.
Ho trovato le notizie che riporto intorno a santa Lucilla sui siti santiebeati.it e santodelgiorno.it

Lucilla era il nome che gli antichi romani davano alle bambine nate alle prime luci del nuovo giorno. Diminutivo di Lucia, vuol dire piccola luce, luminosa, splendente perché nata all’alba, così come il desueto Crepusca veniva dato alle bambine nate al tramonto.
Di Lucilla non sappiamo nulla di certo, se non la storia leggendaria che tanto favore incontrò nei primi anni del cristianesimo.

  • da MammaOca ricordo più volte su questo blog che le leggende si basano sempre – sempre, su cose che accadono, e in questa storia ci sono parecchi fatti certi.

Quasi certamente fu lo stesso nome Lucilla a suggerire la leggenda. Si narra d’un tribuno romano, di nome Nemesio, che ebbe una figlioletta nata cieca. Per questo egli chiese per sé e per la propria figlia al papa Santo Stefano, il Battesimo. A battezzare colei che prenderà il nome di Lucilla è San Valentino. Oltre a battezzare la ragazza, miracolosamente Valentino riuscì anche a donarle nuovamente la vista. (che intrecci straordinari in questa storia… accadono così spesso che non vi sembra strano chiamarla leggenda?)
Padre e figlia si fecero cristiani. Anzi, il Papa consacrò diacono il padre di Lucilla. La piccola luce della piccola Lucilla brillò poco in terra, ma si sarebbe accesa in Cielo, per sempre, dopo il martirio, subìto, dal padre e dalla figlia, sotto l’Imperatore Valeriano. Il Papa Santo Stefano fece sotterrare i due corpi decapitati del padre e della figlia in un luogo segreto, di dove il Papa Sisto II li fece esumare il 31 ottobre, per dar loro una più degna sepoltura, lungo la via Appia. Dalla via Appia, i corpi dei due martiri furono poi nuovamente esumati da Gregorio IV e sepolti, con grande onore, nella diaconia di Santa Maria Nuova, insieme con altri Martiri romani.
La festa di oggi dunque non ricorda il martirio di Nemesio e di Lucilla, ma la traslazione delle loro reliquie e la Piccola Luce accesa in Cielo per sempre.

Anche queste ripetute traslazioni sembrano avere un significato simbolico. Lucilla, la piccola luce, nata cieca e illuminata dalla fede, sarebbe stata più volte riportata alla luce del mondo, perché la scintilla della sua santità segnasse l’itinerario trionfale del Cristianesimo: “nato all’alba”, tenuto da prima nascosto, poi avviatosi lungo le vie consolari, e finalmente affermatosi sulla terra, con le sue Chiese, diventate tante fiaccole di carità, accese sul mondo pagano, ormai condannato al crepuscolo. Da santodelgiorno.it

La bellissima storia della piccola Lucilla spero ponga a voi tutte le domande e i pensieri che in me ha suscitato e che mi fa riflettere sulla sua storia, sul presente, sulla luce e il crepuscolo. E sull’esserci.

Ed ecco – è la prima volta che ci penso – un altro significato simbolico, questa volta personale, legato a mia figlia, al suo nome e alla sua vita. Quando a diciotto anni, come forse qualcuno sa e ricorda, fu malata di leucemia, la piccola luce della non piccola Lucilla – chiamarla piccola una alta 1.80 direi che è un eufemismo – mille volte si pensò si spegnesse e mille volte risorse più luminosa che mai. Anche oggi luminosa come non mai.
Il che mi ricorda che quando fu battezzata, giugno 1987, il prete don Luigi Giussani disse che non aveva mai sentito nome più bello.

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