Perché sempre fiabe? Parola, animazione e live-action, la fiaba racconta, da sempre, l’avventura della vita. “Non siamo noi a sceglierla è l’avventura a scegliere noi” Ce lo dice in nostro cavaliere preferito G.K.Chesterton e noi gli crediamo.
Quello che segue è un articolo che avevo scritto per il settimanale “Tempi”, prima dell’uscita sugli schermi del film Disney Cenerentola. Una domanda e una riflessione che rimangono sempre attuali, soprattutto ora che, dopo La Bella e la Bestia, sono in cantiere i nuovi live-action di Mulan, Mary Poppins, La spada nella roccia, che, pur non essendo fiabe vere e proprie, usano alcuni classici meccanismi fiabeschi, e poi La Sirenetta, Pinocchio di cui si dice siano in cantiere ben quattro produzioni diverse, e una nuova Biancaneve.
- E voi quale fiaba vorreste vedere trasformata in film live? E con quale protagonista?
Perché sempre fiabe? Lette, rilette, rappresentate, cambiate, stravolte, ma si torna lì? Non vi sembra, quando leggete una fiaba, che, in fondo, il mondo raccontato, anche quando l’eroe parte alla sua conquista, sia piccolo, un microcosmo, quasi fosse casa nostra? La vastità è più nel pensiero di quel che l’aspetta, ma l’umanità incontrata? C’è l’eroe, la famiglia d’origine, qualche amico fidato trovato sul cammino per Caso, nemici riconoscibili, una fata, una madrina o un vecchio compagno dai poteri magici, (un angelo in terra diremmo noi), fine. Una piccola compagnia di gente messa lì davanti, gente che l’eroe non si è andato a cercare, non sceglie lui in quale famiglia nascere, neppure i compagni di viaggio, amici o nemici che siano, è il “campione di umanità che gli è toccata in sorte” come dice Chesterton dei vicini e della famiglia. E dato che quella compagnia variegata gli è toccata in sorte e non se l’è scelta, l’eroe corre un rischio, che se non l’avesse corso la Bella non avrebbe mai conosciuto, veramente, la Bestia, e se il Marchese di Carabas non si fosse fidato di un gatto, pur con gli stivali e parlante? Affrontare quello che gli accade è il rischio, per questo riconosciamo, da sempre, nelle fiabe un’avventura, “non siamo noi a sceglierla è l’avventura a scegliere noi” continua Chesterton. E per questo, da sempre, nelle fiabe ci riconosciamo.
Assolutamente?!
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