Le fiabe e la scuola! Altrimenti detto: leggere e scrivere … per non essere dei cucù ignoranti!
In questi giorni inizia la scuola. Oggi, 11 settembre, mi sembra una data importante e significativa, se pur funesta (ventidue anni fa ci fu l’attacco terroristico alle torri gemelle), per parlare di quel che le fiabe dicono sull’andare a scuola, cominciando dall’a, b, c, imparare a leggere e scrivere.
Guardare la realtà, indagarla, giudicarla, non essere ignoranti, saper leggere, … e leggere; saper scrivere, … e scrivere. Di questo parlano alcune fiabe, esaltando il valore dell’imparare dai maestri. Anche questo fa parte della “resistenza umana” che ci insegnano le fiabe, tema che ho affrontato nel libro di cui parlo sotto. Vogliamo, nel mondo in cui viviamo, rafforzare le difese dei nostri bambini? … Saper leggere e scrivere, e tutto quel che ne nasce, sembrerebbe proprio una forza dirompente, una caratteristica di questa resistenza umana, non solo per le fiabe.
C’è sottolineato qualcosa d’altro, leggetelo nella fiaba di Gozzano: il potere, qualsiasi faccia esso abbia, ha paura di chi sa, di chi giudica, di chi sa “leggere e scrivere“, viene detto provocatoriamente. Poi leggete le statistiche Istat, o i dati Invalsi, sulla capacità di lettura e comprensione dei sedicenni e non vi sembrerà più una provocazione, ma un dramma. Qui si aprirebbe la voragine del problema su quali scuole e maestri scegliere, ma il tema in Italia è ancora affidato a scelte personali e di reddito: a sole scelte personali e di reddito. E non è questa la sede per affrontarlo, tranne dire che tutti i soldi (e i tagli fatti di conseguenza), che io e mio marito abbiamo speso in tanti anni, per far frequentare ai nostri figli le scuole da noi scelte, sono la migliore eredità che potevamo dar loro.




Augurando un buonissimo e grandissimo inizio d’anno scolastico a tutte le famiglie e agli insegnanti…
… e ad Emmina che inizia la prima elementare.
Nel mio pezzo che segue, pubblicato proprio per oggi 11 settembre, sull’agenda di Paolo Massobrio, Adesso 2023, 365 giorni da vivere con gusto, l’autore collega quel che ho scritto a quel che è successo nell’attacco terroristico. Lascio a voi l’acutezza di coglierne le motivazioni. … Se leggerete le fiabe selezionate le capirete tutte.
Non essere cucù ignoranti. Vi sembrerà forse impossibile, ma ci sono molte fiabe che esaltano il valore dello studiare, non sto parlando dell’imparare dall’esperienza, dalla realtà che ci circonda, che questo è un tema spesso presente, ma proprio dell’atto in sé dello studio, genitori accorti che, anche con grandi sacrifici, mandano i figli a studiare, ad imparare, anche se è pur vero che spesso sono dubbiosi sui risultati, maestri che valorizzano l’intelligenza, e c’è anche il potere, incarnato in un mago, che ha paura di chi sa leggere e scrivere, di chi sa. Alla fine è la paura per la gioventù che irrompe, che vuole conoscere, sapere, che agisce in scaltrezza e destrezza, intraprendenza e audacia, ma anche gentilezza e consolazione, imparate dai libri, dalle arti liberali e da tutto quello che si può scoprire su bellissimi libri di fiaba.
Lo spirito nella bottiglia, dei fratelli Grimm. O del perché studiare
La cavallina del negromante, di Guido Gozzano. La gioventù che irrompe
La regina del lago Tung-Ting, fiaba cinese. Leggere, scrivere e comporre poesie
I cigni selvatici, di Hans Christian Andersen. Un libro di figure che valeva metà del regnoUtile
- Nel 1557 una donna illuminata e lungimirante, fondò a Milano una scuola per ragazze povere, il Collegio della Guastalla e la prima delle sue scelte educative fu che le ragazze sapessero “leggere et scrivere et domestiche faccende et virtù politiche“. Ne parlo perché Emma fa proprio questa scuola e io ne ho scritto spesso, anche in un libro fatto con l’amica Valeria. Libro di cui potete leggere la presentazione in questo post La grande avventura di Ludovica, Contessa di Guastalla.
