UN IDIOTA PATENTATO di A. Afanasjev. PERCHE’ LE FIABE NON SONO SOLO PER I PIU’ PICCOLI

Un idiota patentato, di Aleksandr N. Afanasjev. Perché le fiabe non sono solo per i più piccoli.

Mia figlia quattordicenne ha letto in prima liceo, con gran divertimento di tutta la classe, questa fiaba di A. Afanasjev, folclorista russo che ha raccolto fiabe e storie del suo paese. Titola “Un idiota patentato” e, al di là degli insegnamenti contenuti, il più grande dei quali è che a volte siamo tutti un po’ idioti patentati, quel che mi piace di più nel raccontarla è il sentir ridere tutti, dal più piccolo al più grande, ancor prima che avvengano i fattacci di cui l’idiota è protagonista, tanto alcune parole dette li fanno presagire.

E poi, ma che pazienza ha avuto quella mammina?

MammaOca

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Nikolay Bogdanov-Bel’sky. New fairy tale

UN IDIOTA PATENTATO   di Aleksandr N. Afanasjev

In Antiche fiabe russe, Einaudi

C’era una volta in una famiglia un idiota patentato. E non passava giorno che la gente non si lamentasse di lui: o offendeva qualcuno a parole, o picchiava qualche altro. La madre, che aveva pietà dell’idiota, lo sorvegliava come un fanciullino; dovunque l’idiota si apprestasse ad andare, per una mezz’oretta la madre lo ammoniva: figliolo comportati così e così. Ecco che una volta l’idiota passò vicino a un’aia, vide che battevano i piselli e gridò:
-Che possiate battere per tre giorni, e pestare tre semi!
A quelle parole i contadini lo picchiarono con i battitoi. L’idiota corse dalla madre a piangere:
-Mammina, mammina! Lo hanno picchiato, lo hanno battuto!
– Chi figliolo, te? – Sì. – Perché? – Passavo vicino all’aia di Dormidosk, e nell’aia i suoi familiari battevano i piselli…- E allora tu figliolo?
– E io ho detto loro: che possiate battere tre giorni e pestare tre semi. Per questo mi hanno picchiato.
– Ah figliolo! Avresti dovuto dire: spero che ne abbiate tanti da non riuscire a portarli, a tirarli, a trasportarli!

L’idiota si rallegrò tutto e il giorno dopo andò per il paese. Ecco venirgli incontro un funerale. Ricordando l’insegnamento della sera prima, l’idiota cominciò a vociare:
– Spero che ne abbiate tanti da non riuscire a portarli, a tirarli, a trasportarli!
Di nuovo gliele suonarono! L’idiota torna dalla madre e le racconta perché l’avevano battuto.
– Ma figliolo, avresti dovuto dir loro: veglia e incenso!
Quelle parole restarono profondamente incise nella mente dell’idiota.

Il giorno dopo se ne va di nuovo a passeggio per il paese. Ecco passargli accanto un corteo nuziale. L’idiota tossicchiò, e non appena il corteo fu alla sua altezza, gridò:
– Veglia e incenso!  I contadini ubriachi saltarono giù dai carri e lo batterono crudelmente. L’idiota va a casa, grida:
– Oh mamma mia cara! Come m’hanno picchiato forte!
– Perché figliolo? – L’idiota le raccontò perché le aveva prese. La madre gli disse:
– Figliolo caro, avresti dovuto metterti a suonare e ballare. – Grazie, mammina mia! – E di nuovo se ne andò in paese, portando con sé uno zufolo.

Ed ecco, ai margini del paese, a un contadino s’era incendiato il pagliaio. L’idiota corse là a gambe levate; arrivato dinnanzi al pagliaio, cominciò a ballare e a suonare il suo zufolo. Anche questa volta lo picchiarono ben bene. Di nuovo l’idiota arriva dalla madre tutto in lacrime, e le racconta perché l’hanno battuto. La madre gli disse:
– Figliolo, avresti dovuto prendere dell’acqua e gettarla insieme a loro. –
Due giorni dopo, quando gli si furono rimarginati i fianchi, egli se ne andò a passeggio per il paese. Vede un contadino che arrostisce un maiale. L’idiota afferrò dalle spalle di una donna che passava un secchio pieno d’acqua, e corse a versarla sul fuoco. Di nuovo lo bastonarono di santa ragione.
Ancora una volta, tornato dalla madre, le raccontò come l’avevano picchiato. La madre giurò di non mandarlo più in giro per il borgo, e da allora e ancora adesso l’idiota non esce più dal suo cortile.

Utile 

2 risposte a "UN IDIOTA PATENTATO di A. Afanasjev. PERCHE’ LE FIABE NON SONO SOLO PER I PIU’ PICCOLI"

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