Tra mille e mille anni, di H.C. Andersen

Tra mille e mille anni, di H.C. Andersen. Perché le fiabe parlano anche di viaggio.

Andersen immagina il viaggio di gruppi di giovani tra mille e mille anni, ma già parla di un modo di fare “da turismo di massa” che tutto può avere e fare e che tutto divora rapidamente, che già un po’ ci appartiene.

Oggi possiamo raggiungere ogni luogo nel mondo, in tempi relativamente brevi e senza neppur spendere una fortuna, e dato che possiamo facciamo e dato che possiamo giriamo e andiamo e accumuliamo.

Come dice Andersen? “Tanto per esserci stati”

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Dic.2009 Museo d’Orsay. Davanti a Van Gogh, La Chiesa di Auvers

Parigi, Museo d’Orsay. Nella sala dedicata a Van Gogh, c’è un gruppo di persone davanti a “La Chiesa di Auvers-sur-Oise”. Un signore dice all’altro “Dai andiamo avanti, che questo quadro l’abbiamo già visto sui libri!!!” Non è una barzelletta, è esperienza fatta di persona dalla sottoscritta.
E non l’unica, e non la peggiore, a testimonianza del “Tanto per esserci stati”.
E con i nostri bambini e ragazzi che oggi hanno la possibilità di andare e viaggiare e girare, molto più di ieri?

Che cosa diventa positiva esperienza di bellezza, che ricrea e ritempra e non accumulo di posti e luoghi, ricordo sbiadito dopo pochi giorni?
Su cosa puntare, come interessarli al prossimo viaggio o alla prossima vacanza “stanziale” che sia?

P.S. La prossima volta vi darò l’idea di un “quaderno da viaggio” inventato con le amiche e approvato e costruito dai nostri figli. Fatto per mappe e cartine e per “fermare” i momenti più belli.  Per riguardare i “miei” posti più belli. Verso l’orizzonte… e oltre.

 Tra mille e mille anni di Hans Christian Andersen

Certo, tra mille e mille anni arriveranno sulle ali del vapore, a volo, attraversando l’oceano! I giovani abitanti dell’America visiteranno la vecchia Europa. Verranno a vedere i monumenti e le località ormai in rovina, così come noi ora siamo attratti dalle bellezze disgregate dell’Asia meridionale.
Tra mille e mille anni arriveranno!

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Il Tamigi, il Danubio, il Reno scorrono ancora, la cima del Monte Bianco è ancora innevata, l’aurora boreale brilla sui paesi del Nord, ma le generazioni, una dopo l’altra, sono diventate polvere, le schiere dei potenti del momento sono dimenticate, come coloro che ora dormono sulle alture, dove il ricco mugnaio, che possiede quel terreno, ha costruito una panca per sedersi a guardare il vasto e ondulato campo di grano.
«In Europa!» si sente dire presso i giovani americani «verso la terra dei padri, la bella terra dei ricordi e della fantasia, l’Europa!»
La nave aerea arriva, è piena di viaggiatori, dato che il viaggio è più veloce che per mare; il filo elettromagnetico che passa sotto l’oceano ha già telegrafato quante persone costituiscono la carovana aerea. L’Europa già si vede, sono le coste dell’Irlanda, ma i passeggeri dormono ancora; si sveglieranno solo quando saranno sull’Inghilterra; toccheranno la terra d’Europa nel paese di Shakespeare, come la chiamano i figli dello spirito, il paese della politica e delle macchine la chiamano gli altri.
Per un giorno intero vi si fermeranno; è il tempo che questa generazione frettolosa può dedicare alla grande Inghilterra e alla Scozia.
Poi proseguono attraverso il tunnel sotto la Manica verso la Francia, terra di Carlo Magno e di Napoleone. Viene nominato Molière gli eruditi parlano delle scuole classica e romantica che risalgono al lontano passato, e si rallegrano per eroi, vati e scienziati che il nostro tempo non conosce, ma che nasceranno nel cratere d’Europa: Parigi.

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La nave aerea vola sopra il paese da cui Colombo partì, dove nacque Cortez e dove Calderon cantò i suoi drammi con versi sonori; donne graziose con gli occhi neri abitano ancora le valli fiorite, canti antichissimi nominano ancora il Cid e l’Alhambra.
In volo si attraversa il mare fino all’Italia, dove si trovava l’antica e eterna Roma. Ora è cancellata completamente, la campagna è un deserto; della chiesa di San Pietro rimane un unico resto di muro, ma si dubita che sia autentico.
Poi in Grecia, per dormire una notte nel lussuoso albergo situato in cima all’Olimpo, tanto per esserci stati. Il viaggio prosegue per il Bosforo, dove ci si riposa qualche ora e si visita il luogo dove sorgeva Bisanzio; ora poveri pescatori gettano le reti là dove la leggenda racconta del giardino dell’Harem al tempo dei turchi.
Si passa in volo sopra le rovine di meravigliose città che sorgevano lungo il vigoroso Danubio, città che il nostro tempo non conosce; ogni tanto, sui luoghi pieni di ricordi, sui luoghi che sorgeranno e su quelli che il tempo farà apparire, ogni tanto la carovana aerea si abbassa per poi riprendere quota di nuovo.
Laggiù si trova la Germania, che una volta era solcata da una fittissima rete di ferrovie e di canali, il paese dove parlò Lutero, cantò Goethe e dove Mozart ai suoi tempi resse lo scettro della musica! Grandi nomi risplendono nella scienza e nell’arte, nomi che non conosciamo.
Un giorno di soggiorno in Germania e uno nei paesi del Nord, per visitare la patria di Orsted, quella di Linneo, e la Norvegia, terra di vecchi eroi e di una giovane generazione. L’Islanda viene visitata durante il viaggio di ritorno, e i geyser non sono più in ebollizione, il vulcano Hekla è spento, ma la robusta isola rocciosa resiste nel mare agitato, come una eterna lapide di pietra a ricordo delle saghe.
«In Europa c’è molto da vedere» dice il giovane americano. «Noi l’abbiamo visto in otto giorni, e si può fare benissimo, come anche il grande viaggiatore» e nomina una persona che appartiene al suo tempo «ha dimostrato nel suo famoso libro: “Europa, vista in 8 giorni”.»

Se volete leggere altre fiabe di Andersen, tra le “pagine” che compaiono sopra ho inserito “Elenco fiabe” in cui sono inserite le fiabe presenti nel blog. Per leggerle basta cliccare sopra i titoli.

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