La Regina della neve di H.C.Andersen, nella traduzione di Vamba, l’autore del Giornalino di Gian Burrasca
Tutta la neve di questi giorni in paesi familiari appena visitati, Loreto Aprutino, Penne e sulla strada per Campo Imperatore, Gran Sasso, un albergo di lusso che diventa un castello di ghiaccio da cui non si può più uscire… ma poi qualcuno miracolosamente ce la fa, alcuni bambini che giocavano sono i primi, e poi quei soccorritori che tutti chiamano angeli…
..quando si tratta di prodigi, miracoli, inimmaginabile, impossibile, io leggo la vita per fiabe e mi è venuta in mente una delle più belle e intense e delicate storie mai scritte, nella versione di Vamba, nella bella edizione della Raffaelli editore con le illustrazioni di Giovanni Panzavolta.
Alcuni passaggi de La Regina della neve di Vamba, le scene di ciò che non si può neppure immaginare, ma forse le fiabe possono. Neve, un castello di ghiaccio in cui si è prigionieri… e angeli.
Se volete leggere tutta la bellissima fiaba di Andersen, con le illustrazioni di Edmund Dulac la trovate, riscritta in versione integrale, qui sul mio blog.
La Regina della Neve (Nel palazzo della Regina)
Il castello della Regina era grande grande ed era costruito in modo strano: i muri eran tutti formati dalla neve, e le porte e le finestre dal vento: conteneva più di cento sale tutte di neve, la quale vi cadeva fitta fitta formando come una cortina bianca, ma non si ammassava mai. La più vasta di queste sale misurava tre miglia. Ed eran tutte rischiarate dalla luce candida del Nord, ma a vederle così grandi, così vuote, così bianche e gelate mettevano una tristezza da non si dire.
…Prima di tutto bisogna che questo briciolo di specchio gli esca di là, altrimenti la Regina della Neve non perderà mai l’impero che ha sopra di lui.
– E tu non potresti dare a questa infelice fanciulla qualche talismano che la faccia esser più forte della Regina della Neve?
– lo non saprei darle un potere più forte di quello che già possiede. Non vedi che tutti, uomini e bestie, le ubbidiscono? Che con un misero paio di scarpette rosse ha fatto più strada dell’Ebreo errante? Non vi è mezzo di darle più potere di quello che ha; quello che possiede le fu dato da Dio, che glielo mise nel cuore, e consiste nella bontà e nella dolcezza della sua anima. Se non può, da sé, entrare nel palazzo della Regina e togliere lei stessa il vetro dal cuore di Pietro, nessuno può aiutarla e darle il potere di farlo. A due miglia di qua incomincia il giardino della Regina; portaci la fanciulla e deponila presso un arbusto che produce delle bacche rosse. Non ti fermare a chiacchierare, e spicciati a tornare.
… E la povera fanciulla si trovò sola sola, senza nessun riparo contro le nevi eterne. Cammino davanti a sé più presto che poté, ma a un tratto vide una quantità enorme di fiocchi di neve venirle incontro, e non solo pareva che volessero impedirle il passaggio, ma circondarla, seppellirla e farla morire di freddo. Quel che c’era di più strano però, è che questi fiocchi di neve non cadevano dal cielo che era sereno e pieno di stelle, ma camminavano, o, per meglio dire, ruzzolavano per terra, e via via s’ingrossavano, prendevano delle forme strane, e spaventevoli, s’animavano, restando però sempre bianchi. Alcuni somigliavano a porcospini, altri a serpenti con molte teste, altri a orsi, a cani e a lupi. Era l’avanguardia della Regina della Neve ed era formata da immensi fiocchi di neve proprio vivi come animali veri. La povera fanciulla alla vista di tutti quei mostri, che non aveva mai veduto e che non sapeva nemmeno che esistessero, incominciò a tremare per la paura d’esser divorata, e disse qualche parola del Pater noster. Ma il freddo era cosi terribile, che, mentre pregava, vedeva il fiato che le usciva di bocca diventar un fumo fitto fitto. E questo fumo si divise a un tratto in tante nuvolette le quali presero ben presto la forma di piccoli angeli che ingrandivano a vista d’occhio e tutti avevano il casco in testa, la lancia nella destra, e lo scudo infilato al braccio sinistro. Lancia, elmo e scudo eran d’oro puro. E gli angeli aumentavano sempre più, via via che Gilda diceva le parole della preghiera; sicché quand’ebbe finito, si trovò circondata da un piccolo esercito di angeli: Gli angeli si strinsero intorno a Gilda, e con le loro lance d’oro colpivano gli orrendi fiocchi di neve che appena toccati dalle armi divine scoppiavano in bricioli. La fanciulla riprese coraggio e continuò a camminare sempre circondata dai suoi angeli che con le ali le carezzavano e le riscaldavano i piedi e le mani gelate. Dopo poco vide una massa immensa tutta bianca, e capì che doveva esser il palazzo della Regina della Neve.

…- Mio Dio che freddo! – esclamò. – E come tutto è vuoto, gelato e grande qua dentro! E per paura che la sua amica se ne andasse e lo lasciasse solo, si avviticchiava a lei che piangeva e rideva nello stesso tempo. La sua paura e la sua felicità eran così piacevoli e così commoventi, che i ghiaccioli incominciarono a ballar dalla contentezza e i muri di neve a pianger per l’allegria. I ghiaccioli coi quali Pietro aveva giocato per tanto tempo si agitavano anch’essi e finirono per formare un sole in mezzo al quale era scritta la parola Eternità. In quel momento tutte le porte si aprirono e ad ogni porta da cui dovevano passare i fanciulli, facevano la guardia due angeli. Gilda baciò le gote di Pietro che erano sempre turchine, e le gote diventarono color di rosa. Gli baciò gli occhi, e gli occhi diventarono vivi e brillanti come i suoi. Gli baciò le mani e i piedi, e subito i piedi e le mani che eran sempre immobili, si mossero. La Regina della Neve non aveva più nessun potere, ormai; sul ghiaccio brillava la figura del Sole che portava scritto nel mezzo la parola Eternità.
Gilda e Pietro si presero per mano e uscirono dal palazzo scortati dagli angeli…