Se i figli giocano alle belle statuine con arte e storia

Se i figli giocano alle belle statuine con l’arte, cosa accade? Che confronto azzardato passa per la mente di piccoli e grandi quando fanno il verso al passato? Curiosiamo tra gli scatti fatti in vacanza da Valeria, e tra le storie che ne sono nate, per scoprire qualcosa che ci riguarda tutti. E miriamo #oltre.

di Valeria.
L’abbiamo fatto anche noi, magari in gita scolastica, quando le prof erano distratte. Di fronte a una statua che fissa nel marmo, nel bronzo o nella cartapesta l’immagine di un nostro simile, può facilmente scattare l’impulso di farle da specchio.
Non voglio azzardare teorie psicoanalitiche sul fenomeno, so solo che nella galleria del mio cellulare mi trovo spesso foto del genere e quando le riguardo penso che ciò che è accaduto in quell’istante non è stato banale.

mazara del valloUna ventina di anni fa, dai fondali di Mazara del Vallo tappezzati da una fitta prateria di posidonia, è emerso un fanciullino in bronzo. I pescatori che hanno issato a bordo prima una gamba e dopo mesi il resto, non hanno potuto far a meno di commuoversi all’idea che dopo più di 2000 anni quell’esile ragazzino fosse riuscito ad “aggrapparsi alle loro reti per esser tratto in salvo”.
Stava danzando quando la tempesta ha sorpreso la nave su cui era imbarcato e ha causato il tragico naufragio. Il giovane corpo, elastico, sensuale, si torce ancora con grazia, le braccia si sollevano liberandosi di ogni residuo di inibizione e il collo si rovescia indietro, cedendo all’estasi.
Di fronte a quest’icona di eleganza e armonia, il preadolescente maschio del XXI secolo, potrà mai limitarsi a guardare?
Il suo corpo sta crescendo a scatti e non tutto insieme. Non sarebbe in grado di fare una piroetta, neppure se volesse. Il mondo per lui in questi anni é un grande campo di calcio! Sa saltare, correre, scartare, tirare di sinistro e tuffarsi all’incrocio dei pali, ma di danzare… no, non parlategliene proprio!
Eppure, a ben guardarli, cosa divide questi due spiriti acerbi, se non 2300 anni di storia? Non pulsano entrambi della stessa incontenibile esuberanza? Non ardono della stessa voglia di trasgressione? Stanno attraversando quella linea d’ombra che precede la maturità e attendono senza poter star fermi. Perché stupirsi se nell’istante in cui si sono incontrati, si sono riconosciuti a colpo d’occhio?

moziaIl ricchissimo Museo Whithaker dell’isola di Mozia, che fu colonia fenicia, oltre alle centinaia di preziosi reperti di manifattura punica, custodisce una statua greca in marmo, frutto forse di un saccheggio, raffigurante un giovane che potrebbe essere stato un magistrato o un auriga, mancante delle braccia, ma del quale si intuisce perfettamente la posa aggraziata, con la mano sul fianco e il braccio opposto sollevato. In contrasto con tanta sinuosa classicità, l’acconciatura e il panneggio delle vesti rivelano caratteri di età severa.
La statua, senza i piedi, è alta centottantuno centimetri. Un bambino di 125, scarpe comprese, ne viene intimorito. Vuole imitarla, ma si chiede dove mettere le braccia, dal momento che lui ce le ha, e se non ci sia nulla da temere a starle così vicini. Alla fine segue l’istinto e ne copia l’espressione concentrata, cogliendo in questo modo il carattere distintivo della scultura di età severa, ovvero la scomparsa del sorriso arcaico.
Un capolavoro di critica d’arte!

villa durazzo

Qui le statue sono quelle che adornano il giardino di villa Durazzo a Santa Margherita Ligure, dove tutto invita all’estatico abbandono e all’incanto.
Il cacciatore torcendo il busto virile, ammicca alla fanciulla che dal balconcino panciuto contempla il mare e sembra voglia ignorare le attenzioni del giovine. I suoi pensieri volano languidi fino a sfiorare le acque scintillanti al di là dei palmizi, come se nulla potesse distoglierla da questo suo vagheggiare… né gli sguardi di un corteggiatore, né le notifiche di WhatsApp e neppure gli ultimi imperdibili aggiornamenti della sua serie preferita su Netflix… Ma non ci dobbiamo contare troppo!

 

 

neandhertalCi sono statue, infine, che non sono delle vere e proprie opere d’arte, ma piccoli capolavori di artigianato “tecnico”, in cera, cartapesta e paglia. Con queste tecniche hanno ricostruito l’uomo di Neanderthal il cui scheletro è stato ritrovato in fondo a una grotta carsica ad Altamura, in Puglia.

Un faccia a faccia buffo, ma anche interessante, tra due processi in fieri: da un lato l’Uomo in una tappa ancora intermedia della sua evoluzione e dall’altro “un” uomo in una fase ancora incompleta del suo sviluppo fisico e mentale. Creature splendide! Operose. Che si scrutano. E cosa si diranno? “Non c’è paragone: son più bello io!” considera forse il neanderthaliano, mostrando un senso estetico decisamente primitivo. Ma il fiero 2007 non ha dubbi: “Sei davvero strano, amico, e se ce l’hai fatta tu, ce la posso fare anch’io!”

Utile

 

 

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