21 marzo. San Benedetto e il suo bianco esercito, due poesie di Piero Bargellini

21 marzo, san Benedetto, inizio di Primavera. A noi bambini avevano insegnato a dire “San Benedetto, la rondine sul tetto” perché il ritorno delle rondini ci annunciava l’arrivo della primavera.
Vi offro queste due poesie dedicate al santo fondatore dei benedettini, la cui “parola d’ordine” su cui si è costituito il “bianco esercito” presente in tutto il mondo, è “Ora et Labora”.
Le poesie sono di Piero Bargellini, 1897-1980, poeta, scrittore, saggista, “sindaco dell’alluvione”, così soprannominato perché era primo cittadino di Firenze nel 1966.
Forse perché Piero Bargellini è passato attraverso due guerre ed un’alluvione, usa questi paragoni guerreschi, anche se subito si percepisce che l’uso delle parole e delle immagini che ne derivano è stato creato per marcare la differenza tra un esercito di eroi della guerra e il bianco esercito di Benedetto.

San Benedetto le rondini sul tetto

Marzo, il mese della guerra

Marte, il perenne giovane,
s’affacciava sorridente con la nuova stagione.
Nelle prime burrasche primaverili
la sua spada balenava improvvisa…
Nell’era cristiana s’avanzò, all’uscita
dell’alto Medioevo, un nuovo Marte,
a capo di un esercito pacifico.
E fu San Benedetto, quello della rondine sul tetto.
Sua insegna: la Croce;
sua macchina di guerra: l’aratro; sua parola
d’ordine: Prega e lavora.

Il bianco esercito pacifico


San Benedetto

Dietro San Benedetto, il bianco esercito
esce dal bianco monastero,
con le roncole al fianco, le zappe in spalla,
gli aratri trainati dai buoi.
Siamo al 21 del mese, quando,
annunciato da uno strido di rondini,
San Benedetto scende in campo col suo
esercito mansueto.

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