La leggenda delle campane di Pasqua

Il fantastico mondo delle leggende è così vasto e popolato che, anche quando pensi di aver fatto tutte le domande e trovato tutte le leggende ad esse rispondenti, trovi ancora una storia nuova e bella.
Ed ecco che la mia ricerca nei cieli internettiani mi ha fatto imbattere, e siamo addirittura in Francia, oh la la, nella bellissima leggenda delle campane di Pasqua che volano. Ma quando volano via? Dove volano? E, soprattutto, perché volano via?
Come tutte le storie, anche questa ha un’origine.

Addirittura nell’800, già si ricorda il viaggio delle campane in un’incisione del disegnatore e vignettista Grandville (1803-1847) intitolata Le Voyage des cloches à Rome, Il viaggio delle campane a Roma.

Le campane, con il loro suono solenne e gioioso, hanno sempre accompagnato i momenti della vita quotidiana e di quella liturgica. Ancora adesso, anche se molto meno di un tempo, in tanti paesi scandiscono l’ora della Messa, l’ora dell’Angelus e dei vespri, ma anche i Battesimi, le Prime Comunioni, il Natale, le feste dedicate a Maria e il Ritorno alla casa del Padre, in alcuni paesi suonano ancora le ore.
Forse oggi ce ne accorgiamo meno, ma ci sono solo tre giorni durante l’anno in cui non suonano per niente, i giorni della Passione di Gesù. Dal Giovedì Santo, dopo l’Ultima Cena di Gesù, le campane di tutte le chiese vengono zittite, anche loro partecipano tristemente alla Passione del Signore. Riprenderanno a suonare, più gioiosamente e festosamente, a distesa, a tutto volume, la Domenica di Pasqua per annunciare la Resurrezione a tutti.
Da questo fatto e dalla tradizione di far cercare ai bambini ovetti di cioccolato nascosti nei giardini e sui balconi, tradizione ancora molto usata nei paesi nordici, in Francia, in Belgio, Germania e Inghilterra (ma anche a Como nei giardini dell’Associazione Cometa), dall’unione di questi due fatti nasce questa bella leggenda.

Vi siete mai chiesti cosa fanno le campane nei tre giorni della Passione di Gesù quando, in tutte le chiese, si legano i loro batacchi e vengono zittite?
In Francia lo sanno persino i bambini piccoli.

Les cloches s’en vont à Rome…
Le pape les bénira…


Le campane vanno a Roma…
Il papa le benedirà…

Le campane volano a Roma in san Pietro

Certo! Tutte le campane del mondo nei tre giorni della Passione di Gesù: Giovedì, Venerdì e Sabato Santo, non suonano nulla, sono zittite dalla tristezza, e allora partono per Roma, arrivano a San Pietro, vengono benedette dal Papa e tornano a casa loro, al campanile loro, alla chiesa loro, giusto per il giorno della Resurrezione di Gesù.
Ma non tornano a mani vuote, no.
Gioiose e squillanti come non mai, come solo si può essere dopo tre giorni di assoluta tristezza, all’annuncio di una Gioia altrimenti Impossibile come la Resurrezione, si riempiono fino a scoppiarne di buonissimi ovetti di cioccolato, poi sorvolano le campagne e le città e li fanno cadere sui giardini di Francia e Belgio, e in Germania e Inghilterra, ma anche su Cometa a Como e forse nei giardini, sui balconi e le finestre di qualche fortunato bambino italiano. E tutti questi bravi bambini, quando si sveglieranno la mattina di Pasqua, faranno una fantastica caccia al tesoro per cercarli. E voi, li avete trovati?
Ma come fanno ad andare a Roma, mi chiede il monello a me vicino? Ma come, non l’ho già detto? Volando… come potrebbero altrimenti? Non avete mai visto lassù nel cielo tutte quelle campane? Guardate meglio, forse vi sembrano nuvole strane, ma da adesso in poi fate più attenzione a quello che vedete in cielo nei giorni della Settimana Santa, nei giorni della Passione di Gesù.

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