Portami il girasole ch’io lo trapianti nel mio terreno bruciato dal salino … ed ecco che l’ho trovato, – di là dall’oceano, dove tutto è “sooo big”, – quel girasole impazzito di luce e non potevo non pensare a quello che mi aveva appena scritto Valeria di questa poesia di Montale, guardare con altri occhi ed alzarli con lui al cielo.
P.S. Valeria, ma che genio è la tua amica ! e anche quel prof. e la sua alunna, e il prete-pittore!! E tu che ce lo racconti. E io, io vi seguo…

Portami il girasole,
di Eugenio Montale
Portami il girasole ch’io lo trapianti
nel mio terreno bruciato dal salino,
e mostri tutto il giorno agli azzurri specchianti
del cielo l’ansietà del suo volto giallino.
Tendono alla chiarità le cose oscure,
si esauriscono i corpi in un fluire
di tinte: queste in musiche. Svanire
è dunque la ventura delle venture.
Portami tu la pianta che conduce
dove sorgono bionde trasparenze
e vapora la vita quale essenza;
portami il girasole impazzito di luce.
di Valeria De Domenico
Portami il girasole non è una poesia da bambini e Eugenio Montale non è un poeta ‘facile’.
Ma l’altra mattina un articolo in cui un professore di italiano ne parlava, me ne ha riportato alla memoria i versi, soprattutto i primi, in cui l’immagine del fiore, che ha catturato il colore e il calore del sole e può illuminare il tuo pezzo di mondo quando si oscura, é così dirompente da arrivare davvero a tutti.
Qualche anno fa un’amica mi regalò questa poesia insieme a un sacchetto di semi di girasole da piantare. Il testo era illustrato da un prete-pittore, giusto per completare il quadro delle correlazioni improbabili e sorprendenti!
Mi colpì allora, come oggi, l’immagine del girasole e il tono perentorio del poeta, il quale chiede, rivolgendosi a un tu, che secondo i critici é lui stesso o forse il lettore. Comunque sia, questa seconda persona mi suona all’orecchio come il segno di un’urgenza. Corrisponde all’esperienza di chiunque, anche del semplice cuore di un bambino. E scuote il cuore smarrito di una sedicenne, che fino a un attimo prima non sapeva di ardere dal desiderio di un girasole per il suo ‘terreno bruciato dal salino’. Il girasole che alza spavaldo lo sguardo verso il cielo, “impazzisce di luce”. La sua bellezza fa risplendere tutto. Getta speranza su tutto.
E con l’alunna riscopre di ardere il prof. E l’amica che mi fece quello splendido regalo. E forse anche il prete-pittore. E anch’io.
Leggere, regalare, illustrare, commentare poesia significa rifare la strada percorsa dal poeta, ma tenendo per mano qualcun altro.
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