Cominciamo a raccontare ai bambini le storie, le favole e le leggende legate alla festa del Natale. Questa è la leggenda dei sempreverdi, un racconto della tradizione orale del Piemonte, ma anche di molti paesi del nord Europa, nella versione che Mammaoca racconta ai suoi nipotini, (cercando di immedesimarsi il più possibile con l’abete, in parole e strizzatine!).
Tanto tempo fa, alla fine dell’estate, un uccellino si ferì ad un’ala e restò da solo nel bel mezzo del bosco. Non poteva più volare nei paesi caldi, perciò doveva affrontare il gelo dell’inverno, che già si faceva sentire.
“Forse gli alberi di quella foresta mi ripareranno durante l’inverno con le loro foglie” pensò l’uccellino.
Il primo albero che incontrò fu una betulla dal manto d’argento.
“Graziosa betulla”, era uno che sapeva come parlare quell’uccellino! “vuoi lasciarmi vivere tra le tue fronde fino alla buona stagione?”.
“Devo custodire le mie foglie. E devo dormire. Vattene da un’altra parte!” rispose la betulla.
L’uccellino saltellò fino a un maestoso castagno.
“Grande castagno”, invocò speranzoso “vuoi lasciarmi vivere tra le tue fronde fino alla buona stagione?”.
“Se ti lasciassi tra le mie fronde, tu beccheresti tutte le mie castagne. E poi devo dormire. Vattene da un’altra parte!” esclamò il castagno.
L’uccellino saltellò ancora, finché arrivò presso un bianco salice. “Bel salice”, invocò sempre più infreddolito, “vuoi lasciarmi vivere tra le tue fronde fino alla buona stagione?”
“Io non alloggio mai degli sconosciuti! E devo dormire. Vattene da un’altra parte!”
Il povero piccolo non sapeva più a chi rivolgersi, si voltò di qui e si voltò di lì e all’improvviso…
..si sentì chiamare
“Uccellino, dove stai andando?”
“Non lo so”, rispose l’uccellino tristemente. “Ho molto freddo”.
“Vieni qui” disse l’abete, ”Puoi vivere nel mio ramo più caldo per tutto l’inverno. Ecco il ramo in cui le mie foglie sono più fitte e più morbide”.
“I miei rami non sono molto spessi”, intervenne il pino, “ma io sono grande e forte, e posso proteggere te e l’abete dal vento del nord”.
“Anche io posso aiutare” disse il ginepro. “Ti posso dare frutti per tutto l’inverno, e tutti gli uccelli sanno che le rosse bacche di ginepro sono le più buone”.
Così l’abete diede una casa all’uccellino solitario, il pino gli diede protezione dal freddo vento del nord e il ginepro gli diede i suoi frutti da mangiare.
Il Signore, avendo visto tutto dall’alto dei cieli, volle ricompensare la generosità dell’abete, del pino e del ginepro, ed ordinò al vento di non far cadere loro le foglie. Da quel giorno l’abete, il pino e il ginepro non hanno più perso le foglie nemmeno d’inverno: per questo vengono chiamati sempreverdi.