7 Dicembre, Sant’Ambrogio. Ecco una delle numerose leggende legate alla vita di Ambrogio, vescovo e patrono di Milano. Una storia di Ambrogio infante, una premonizione. Quando anche la natura si inchina di fronte alla grandezza di un uomo. Dedicata a don Antonio Villa, che tanto ama raccontare le storie.

La dedico a don Antonio Villa cui oggi, 7 dicembre 2018, viene assegnato l’Ambrogino d’oro, la più importante onorificenza della città di Milano, che esprime la sua gratitudine a chi dedica la propria vita al bene comune.
Se volete sapere il motivo per cui don Villa da prete di piazza san Babila, nel 1976 si andò a “seppellire” a Tarcento, dopo il terremoto che devastò il Friuli, costruendo una scuola ed educando centinaia e centinaia di ragazzi leggete qui.
Visitando la sua scuola alcuni mesi fa, ho avuto modo di conoscere i suoi ragazzi, sapete quella storia dell’albero che si riconosce dai frutti, ecco, io ho incontrato i suoi ragazzi di 50 anni, quelli di 40, i figli di quelli di 40 che vanno a scuola lì ora e anche qualche nipote di quelli più vecchi. Rimangono tutti lì, prima come studenti e poi come gestori o insegnanti della scuola, o in qualità di genitori dei nuovi ragazzi, ah e poi il coro, la banda, i musicisti, la gente “famosa” uscita dalla sua scuola, che va a trovare il Villa per ringraziarlo, gli articoli di giornale appesi alle pareti. E’ uno di quei classici posti che non si possono del tutto descrivere, cosa dire di una scuola secondaria di primo grado, sorta 42 anni fa tra le macerie, al motto di “Dove i mattoni sono crollati costruiremo con nuova pietra. T.S. Eliot”! Si può solo dire “vieni e vedi”.
Si trovano, anche sul web, tante leggende su sant’Ambrogio, ma le più belle, nonché scritte e raccontate meglio, le trovate sul libro “Le leggende di Sant’Ambrogio. Con testo a fronte in milanese” del Circolo Filologico Milanese, Meravigli edizioni.
C’è un quadro di Paolo Camillo Landriani, detto “il Duchino”, che illustra e racconta una di queste storie della vita del Santo: “Ambrogio e il miracolo delle api”. Per chi volesse vederlo è nella Pinacoteca del Castello Sforzesco.
Ambrogio e il miracolo delle api
Paolino, il biografo più antico di Ambrogio, ci racconta la storia di quando la sua famiglia stava tutta assieme a Treviri. Ambrogio, che era ancora un bambino, era nella sua culla in mezzo alla corte del Pretorio e dormiva con la bocca aperta, sorvegliato dai suoi genitori, dalla sorella Marcellina e da una serva. All’improvviso arriva uno sciame di api che vengono a posarsi sul visino del bimbetto e vanno dentro e fuori dalla bocca, senza mai fermarsi e senza fargli del male. Il padre, sebbene trepidasse, non voleva che la serva le scacciasse, ma quando finalmente lo sciame volò alto nel cielo, disse: “Se questo bambino crescerà, diventerà sicuramente una persona importante”. Questa storia viene interpretata come una premonizione: infatti si dice che il linguaggio di Ambrogio fosse dolce e nutriente come il miele e che abbia fatto anche dei miracoli.
E c’è una statua lignea tardo medievale “Sant’Ambrogio con in mano un alveare”. Perché Ambrogio, oltre a essere il santo patrono di Milano, lo è anche degli apicoltori.