Viaggiare con una maxifamiglia.
Report da New York
di Raffaella
Penso che possa essere curioso per voi che leggete, un riassunto di come con una maxifamiglia (papà, mamma e sette figli, più zio, zia e nipote più due nonni, tutti insieme per festeggiare un importante anniversario) si possa affrontare una gita a New York di pochi giorni. Metropoli iconica, che abbiamo visitato per la prima volta.
Abbiamo dovuto focalizzare le tappe imprescindibili e, fatto questo, i ragazzi più grandi e quelli più piccoli, Sofia ha solo sei anni, hanno seguito volentieri. Credo che siano allenati a camminare molto, a visitare musei e monumenti, ma New York ci ha aiutato molto perché il suo mito ci ha infiammati subito!
Ma veniamo a parlare dei turisti taglia XS. Riassumerei con queste parole… Bisogna essere ad altezza occhi! Ecco perché piacerà salire all’osservatorio dell’Empire State Building e avvicinare la Statua della Libertà. Difficilmente i piccoli infatti riusciranno a farsi un’idea della foresta di grattacieli se non vedendoli appunto dall’altezza giusta; e la Statua della Libertà, che agli adulti si rivela non poi così imponente, per loro è assolutamente a misura e affascinante. Ma bisogna essere anche ad altezza cuore! Ecco perché i bambini si perderanno nei corridoi e nelle sale del museo di Ellis Island, dove arrivano alle orecchie le voci dei primi immigrati negli States e dove si possono vedere le fotografie dei loro volti, le loro valige, i loro oggetti.
Ai bambini e indirettamente anche ai figli grandi ed al marito, ho proposto, infine, una caccia alle archistar e alle loro ultime realizzazioni, per scoprire che ci sono architetti apripista veramente innovativi e che i cantieri sono ancora incredibilmente numerosi.
Fuori da Manhattan, al Green Village e a Soho si respira un’altra aria. Qui abbiamo sempre avuto chiaro di essere indubitabilmente a New York e abbiamo fotografato tutte le case di ghisa imbrigliate nella rete delle scale antincendio.
Chiuso, durante la nostra visita, il Moma. Ma senza dolerci più di tanto, abbiamo visitato il Guggenheim e ci siamo riempiti gli occhi dei colori di Basquiat e di Kandinskij. Sarebbe bastato anche il museo da solo con la sua architettura originalissima e ancora modernissima nonostante i suoi sessant’anni. Decisamente contemporaneo il nuovo Whitney Museum di Renzo Piano appena inaugurato. Qui i bambini hanno strabuzzato gli occhi davanti alle creazioni circensi di Calder, mentre io riempivo i miei occhi delle opere di Edward Hopper.
Ultima nota e inaspettata scoperta è stato poi il parco urbano sospeso della High Line, un percorso verde quasi surreale dove un tempo correva il treno.
I pompieri di New York sono onnipresenti, luminosi e rumorosi e ci hanno fatto sbirciare dentro una loro stazione con immancabile foto di gruppo!