ATTESA. La parola che più di tutte richiama Avvento e Natale, ma anche quella che costituisce la nostra vera essenza. È proprio perché strutturalmente siamo attesa, come ci ricordano grandi scrittori, pittori e poeti, e Luigi Giussani, il più grande educatore io abbia mai conosciuto, che attendiamo sempre qualcosa che ci dia felicità.
La realtà mi provoca, e il suo Mistero anche, e in tutti gli incontri che ho fatto per presentare il libro Aspettando Natale 2 Calendario d’Avvento, leggendo o ascoltando Mariarosa che legge qualcuna delle 25 storie, provocando bambini, mamme, papà e nonni, a dirmi cosa significhi per loro la parola Attesa, chiedendo continuamente – Ma tu cosa attendi? Chi attendi? – ecco, in tutti questi incontri, che sia stata a Roma, Milano, Monza, Lugano o Cremona, in biblioteca, a TV2000 o nell’aula di un oratorio, nel Salone d’Onore di una scuola o nella sala-studio-gioco-teatro di un’altra, ovunque, proprio ovunque, mi hanno raggiunto e accompagnato le parole d’attesa di grandi poeti, scrittori, pittori, bambini. Per questo le ho raccontate, alcune le ho anche trascritte, poesie, racconti, fiabe, canzoni, nel libro di Natale.
Aggiornamento al 24 novembre 2025
Sono passati due anni da quando scrissi questo articolo, e tutto quello che ho scritto, e non sempre succede, di nuovo accade. Una storia di Aspettando Natale 2, letta ieri a un gruppo di bambini con genitori e nonni al seguito, ha di nuovo rinnovato l’Attesa. 25 minuti di una vecchia storia legata a una leggenda, che non ho mai letto ad alta voce, un po’ troppo lunga, ma dato che mi piace la sfida, eccomi a leggere “La culla di Bo-Bossu” di Ruth Sawyer. Un bambino speciale, reietto ai più, un amore grande, un compito difficile da assolvere, un miracolo di Natale. Alla fine dei 25 minuti, come si suol dire, i bambini pendevano tutti dalle mie labbra, (considerando che un secondo dopo erano a giocare a pallone), e i grandi beh, ho visto vari volti commossi. Potenza delle belle storie… quando le si leggono ad alta voce accade sempre qualcosa, 25 minuti volano via in un attimo, si rinnova l’Attesa.
Trovate il racconto “La culla di Bo-Bossu” nel libro Aspettando Natale 2

Qualcuno ci ha mai promesso qualcosa? E allora perché attendiamo?
Alla domanda di Cesare Pavese, una forma di risposta la dà quell’adolescente incerta della poesia di Eugenio Montale
Sono qui nell’attesa di un prodigio
Ma quale prodigio attendiamo? Cosa? E perché attendiamo continuamente, anche quando rimaniamo delusi? Cadiamo, ci rialziamo e ricominciamo ad attendere. Ed ecco la pura, vera risposta di un ragazzo, un bambino speciale per la limpidezza delle sue parole. Benny ha scritto questa poesia durante il covid, a 14 anni.
ATTESA
Sulla sedia
aspetto la mamma,
alla finestra
aspetto il papà
guardando il cielo
aspetto la neve,
alla domenica aspetto la preghiera del lunedì,
dopo il tampone
aspetto la partita
a calcetto con il nonno,
quando sono positivo
aspetto di fare il tampone
se ho la carie
aspetto di andare dal dentista,
mentre aspetto, attendo lo zio con felicità
perché mentre aspetto sono già un po’ con lui.
… con felicità perché mentre aspetto sono già un po’ con lui. Nell’attesa c’è già un po’ di felicità. È presente, come nell’attesa di un bambino, si attende qualcuno che già c’è. Come Maria con Gesù, attende Colui che già c’è. E questo è l’Avvento.
Leggo questa poesia di Benny a tutti gli incontri di presentazione del libro d’Avvento, prima di proporre il prodigio che pareva impossibile, l’attesa che ci rende già felici, l’atteso che nasce.
Sempre attendiamo la felicità, e pur se più schiva di un lumino, sempre possiamo vedere luccicare una stella sulla via per Betlemme. La stella di Natale di Boris Pasternak, una delle poesie proposte nel libro.
LA STELLA DI NATALE
Era inverno.
Soffiava il vento dal deserto.
E freddo aveva il bambino nella grotta
sul pendio della collina.Lo scaldava l’alito di un bue.
Animali domestici
stavano nella grotta,
sulla mangiatoia fluiva un tiepido vapore.Scosse dalle pelli le pagliuzze del giaciglio
e i granelli di miglio, i pastori
dal dirupo guardavano, assonnati,
gli spazi della mezzanotte.Lontano una landa innevata e il cimitero,
recinti, pietre tombali,
la stanga di un carro in un cumulo di neve
e sul camposanto il cielo pieno di stelle.E accanto, prima mai vista,
più schiva di un lumino
alla finestrella di un capanno,
luccicava una stella sulla via per Betlemme.
Tutto su Aspettando Natale 2
