Lettere da Babbo Natale, di John Ronald Reuel Tolkien. Perché più che un libro è un dono? Anzi un dono d’amore?
Iniziamo dal titolo di questo bellissimo libro di J.R.R. Tolkien: Lettere da Babbo Natale, Bompiani ( e non Lettere di …..come è sempre stato tradotto finora) che finalmente rispetta l’originale titolo inglese di Letters from Father Christmas, e non aggiungiamo altro sull’argomento, tranne sottolineare l’importanza delle traduzioni per qualsiasi tipo di libro.
Una semplice preposizione semplice dà un’ altra sottolineatura al contenuto del libro: le lettere che Tolkien ha scritto ai figli, nelle vesti di Babbo Natale, negli anni che vanno dal 1920 al 1943.
E questa è la semplice grandezza del libro, lettere private, come quelle che forse qualche mamma o papà lascia la mattina di Natale sotto l’albero o vicino al presepe, vicino a una tazzina di latte finita o a un vasetto di Nutella aperto, come risposta grata e benevola alla letterina scritta il giorno prima dai bambini di casa.
Certo che se il papà si chiama Tolkien, le lettere di Babbo Natale non potranno che essere super fantasiose, avventura e senso al potere. Si comincia dalla scrittura, tremolante e incerta come quella di un vecchietto di più di 1900 anni, eh sì, già nella lettera del 1923 Tolkien chiarisce che ha quasi 1924 anni, (osserviamo che per Tolkien, Babbo Natale nasce con la nascita di Gesù bambino e alle volte si firma Babbo Nicola Natale).
Dopo le prime lettere, indirizzate al figlio John e poi anche a Michael, piuttosto semplici e corte, arricchite da disegni e già le buste sono un’ottima presentazione, dove anche bollo e francobollo sono autoprodotte da quel padre geniale e simpatico, dal 1925 c’è come un’esplosione di fantasia e creatività da cui veniamo investiti, Tolkien inizia a delineare un Mondo, non il nostro, un altro: il mondo di Babbo Natale, lo disegna, ci sembra quasi di poterci abitare anche noi, percepiamo fin il freddo del Polo Nord, e iniziano ad essere introdotti tutti quei personaggi che da quella lettera fino all’ultima del 1943, popolano quel mondo, su tutti l’aiutante e amico di Babbo Natale, l’Orso Bianco del Nord “un animale davvero MAGICO”, così amico che a volte scrive qualche riga ai bambini, o interviene con qualche battuta a lato della lettera.
E’ così geniale Tolkien che a volte ci sfugge che è lui a fare tutto, dai disegni minuziosi e acquarellati alla scrittura tremolante di Babbo Natale, alla scrittura un po’ rozza dell’Orso Bianco, dalle invenzioni che affastellano le lettere, catastrofi e allagamenti, disastri combinati dall’Orso e invasioni non riuscite dei cattivi goblin, e poi gnomi, elfi, luci del nord, esplosioni e alberi di Natale, e che dire di quei minuziosi disegni di alfabeti e incisioni rupestri. Senza dimenticare, in più di una lettera, la situazione storica, la crisi di povertà, la vigilia e lo scoppio della guerra mondiale, parole scritte in maniera davvero delicata dato che sono rivolte a bambini.
Quella di Tolkien è una fantasia al galoppo, è un vero dono, è un atto d’amore incredibile, e anche un invito a fare qualcosa di simile anche noi.
Forza papà e mamme, scatenatevi.
Utile
- Se volete sapere qualcosa di più di questa ultima traduzione, ecco una interessante intervista al traduttore Marco Respinti