150 anni fa nasceva G.K. Chesterton. Il difensore di Nico e degli altri

Oggi 29 maggio 2024 festeggiamo i 150 anni dalla nascita di Chesterton, e forse complice l’istituzione della giornata mondiale dei bambini da parte di papa Francesco, ho pensato che proprio il nostro Gilbert ha trovato sempre il modo di servirli, riverirli e difenderli i bambini.

Ne ho parlato in più occasioni, anche qui sul blog, raccontando di come Chesterton e la moglie Frances organizzassero ogni anno a Natale a Beaconsfield, nella loro casa, bellissime recite natalizie per i bambini che abitavano lì vicino, creando biglietti d’auguri, poesie e canzoni proprio per loro. Non solo, i bambini arrivavano in casa sua nei momenti più impensabili, leggete qui una sua divertente giornata.

Ma soprattutto Chesterton ha difeso i bambini dal drago.

Al drago date la faccia che volete, da quello fiabesco da combattere e uccidere – e io di fianco a san Giorgio, ho sempre visto anche il cavalier Gilbert difendere i bambini, che la penna ne colpisce più della spada -, a quello che si nasconde dietro facce comuni, orribili, banali. Chesterton in vari libri, saggi, articoli, li ha difesi, così come lo ha fatto con tante altre faccende, cose e persone, tanto da essersi meritato il titolo di Difensore della Fede da parte di Pio XI.

L’esordio del suo articolo “In difesa del culto dei bambini“, raccolto nel libro “L’imputato. In difesa di ciò che c’è di bello nel brutto del mondo“, un’originale miscellanea di articoli scritti da un più che originale avvocato difensore o cavalier servente, mi ha fatto ricordare i miei figli da bambini e i miei nipoti, Nico su tutti.

Nico ha otto anni, è vivace, spesso scatenato, soprattutto se è con qualche compagno d’avventure, cerca di scantonare i compiti a casa e le tabelline, e cerca sempre di imbrogliare la sottoscritta giocando al Gioco dell’Oca… Ho scritto “cerca”, non “riesce”; una nonna dovrà almeno servire a dar lezioni di vita! e poi imbrogliare MammaOca al Gioco dell’Oca!!! … 🙂 insomma un bambino come tanti altri, ma c’è una cosa che mi ha sempre colpito. Quando gli faccio una domanda al telefono o quando parliamo e siamo solo noi due è sempre di una serietà incredibile, … ci sono volte che quasi mi vergogno della sufficienza “da grande” con cui mi rivolgo a lui, proprio per le risposte che mi dà.
– Allora Nico domani c’è la tua recita di fine anno??? – e quel – Sì – di risposta così serio che ti congela il sorrisino ironico con cui hai fatto la domanda…

“…la gravità dello stupore di fronte all’universo.” Isabella e Nico

Ed ecco cosa ne dice Chesterton di questa serietà, in “In difesa del culto dei bambini

Le due caratteristiche dei bambini che attraggono quasi ogni persona normale sono, in primo luogo, il fatto che sono molto seri e, in secondo luogo, il fatto che sono di conseguenza molto felici. Essi godono di quell’allegria totale che è possibile solo in assenza di humour.
Le scuole e i saggi più ermetici non hanno mai avuto la gravità che alberga negli occhi di un neonato di tre mesi. La sua è la gravità dello stupore di fronte all’universo, e questo stupore non è misticismo, bensì buonsenso trascendente. Il fascino dei bambini sta nel fatto che con ognuno di loro tutte le cose vengono rifatte, e l’universo messo alla prova.
Quando camminiamo per strada e sotto di noi vediamo le deliziose teste bulbose di questi funghi umani, il triplo delle dimensioni che dovrebbero avere in proporzione al corpo, dovremmo sempre ricordarci innanzitutto che ognuna di quelle sfere contiene un universo nuovo fiammante, nuovo quanto era nuovo il mondo il settimo giorno della creazione.
In ognuna c’è un nuovo sistema di stelle, nuova erba, nuove città, nuovo mare…
… Tuttavia, l’ascendente dei bambini non si limita al primo futile tentativo di rifare il cielo e la terra, ma ci costringe a rimodellare la nostra condotta sulla base di questa teoria rivoluzionaria che sostiene la meraviglia di tutte le cose.

Come tutti i lunedì sono in auto con Nico e trovare parcheggio a Como lago è un’impresa per lo meno titanica. Attacco la solita formula imparata a Roma – San Pancrazio facci spazio! – che, dopo dieci minuti che cercate parcheggio e maledite George Clooney e i turisti americani sul lago, non è detta tanto per dire. – Nonna, un parcheggio!! – esclama il nipote, e subito parte un bel – BravissimooooNicooo – e lui, bulbo serissimo – Beh nonna bisogna anche guardare, non solo dire san Pancrazio facci spazio! –
Serietà, razionalità, meraviglia.

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