Ode alla mimosa, di Pablo Neruda. La montagna di luce gialla di gennaio

Oda al Aromo, è il titolo originale di questa poesia di Pablo Neruda, da noi conosciuta come Ode alla Mimosa, essendo l’Aromo un tipo di acacia-mimosa. L’inattesa e imprevedibile montagna di luce gialla che improvvisa ti si offre nel pieno dell’inverno è un presagio che non vogliamo ignorare. La natura ci parla se la guardiamo, e se non ci facciamo imbrogliare dai continui allarmi climatici possiamo scoprire che gennaio è proprio il mese della mimosa, che d’improvviso t’invade di luce e di speranza nel cuore stesso del freddo inverno.
Dedicata a Cate che, tra una quarantena e l’altra, bloccata in casa da sana asintomatica of course, compie gli anni.

pesante è il tuo lavoro
e un giallo amore è la tua robustezza.

dall’inverno una montagna di luce gialla, una torre fiorita risalì la strada e tutto si riempì di profumo

di Valeria De Domenico
Anche quest’anno vogliamo salutare Gennaio con una poesia. È diventata una consuetudine che ci piace rinnovare perché siamo convinte che gli inizi ne abbiano bisogno: arrivano carichi di aspettative, già ingombri di impegni e progetti spesso solo abbozzati, richiedono slancio e non offrono quasi mai condizioni agevoli.
Questo inizio di 2022, ad esempio, ha imposto a noi e ai nostri bambini i ritmi frammentati e sonnolenti delle microquarantene, delle DAD a singhiozzo e delle file ai punti tampone. E siamo ancora qui, spaesati, a tentare di prendere il passo.

Il bisogno di cercare ispirazione nelle parole (e non nelle parole qualsiasi, ma in quelle che bucano la realtà e ti permettono di sbirciare oltre) diventa urgente.

Fa freddo inoltre. Anche se questo non ha impedito a qualcuno di scrivere nelle scorse settimane post allarmati che denunciavano in giro per il Paese, nei giardini delle città e addossate ai muretti delle campagne, impreviste fioriture di mimosa.

Piante di mimosa fiorite a Gennaio? Sono i segni inequivocabili del riscaldamento globale!

La verità, ahimè, é che ci troviamo difronte a segni non del riscaldamento globale, ma di una sempre più diffusa ignoranza dei cicli della natura, perché qualunque botanico (ma basta anche wikipedia) potrebbe confermare che da che mondo é mondo le mimose fioriscono da fine dicembre a marzo.
Ecco che la poesia torna ad essere necessaria, non solo per scoprire che in epoche meno urbanizzate della nostra i poeti dedicavano versi alle mimose proprio in inverno, ma soprattutto per sorprendere in noi quella remota corrispondenza.

La poesia con cui quest’anno salutiamo Gennaio é Oda al aromo di Pablo Neruda. Anche in italiano aromo é uno dei nomi della mimosa. La varietà cui si riferisce Neruda é l’acacia farnesiana, originaria dell’America Centrale, diffusa anche in Italia.
Valga almeno a chiederci se, imbattendosi in un ramo di mimosa mentre “quasi addormentati” si percorre la via che conduce al porto, non sia più umano, piuttosto che preoccuparsi, lasciarsi sopraffare dall’imponenza di quella “montagna di luce gialla“, abbacinare da quel “sole terrestre” e inebriare da quell'”esplosione di profumo“. Qualcuno se ne potrebbe persino stupire fino alla commozione.
Qualcuno in quel “milite valoroso,” giallo, gettato nudo in prima linea ad affrontare le piogge dell’inverno, potrebbe persino trovare conforto: arriverà la primavera e spunteranno anche gli altri fiori, intanto siamo qui a tenere la posizione, tra una microquarantena e l’altra, perché se “pesante è il tuo lavoro“, “un giallo amore è la tua robustezza.

pesante è il tuo lavoro e un giallo amore è la tua robustezza.

ODA AL AROMO

Vapor o niebla o nube
me rodeaban.
Iba por San Jerónimo
hacia el puerto
casi dormido cuando
desde el invierno
una montaña
de luz amarilla,
una torre florida
salió al camino y todo
se llenó de perfume.

Era un aromo.

Su altura
de pabellón florido
se construyó
con miel y sol y aroma
y en él
yo
vi
la catedral del polen,
la profunda
ciudad
de las abejas.

Allí me quedé mudo
y eran los montes
de Chile, en el invierno,
submarinos,
remotos,
sepultados
en el agua invisible
del cielo plateado:
sólo
el árbol mimosa
daba en la sombra
gritos
amarillos
como si
de la primavera errante
se hubiera desprendido
una campana
y allí
estuviera
ardiendo
en
el
árbol sonoro,
amarillo
como ninguna cosa puede serlo,
ni el canario, ni el oro,
ni la piel del limón, ni la retama.

Aromo,
sol terrestre,
explosión
del perfume,
cascada,
catarata,
cabellera
de todo el amarillo
derramado
en una sola ola
de follaje,
aromo
adelantado
en el
austral
invierno
como
un
valiente
militar
amarillo,
antes de la batalla,
desnudo,
desarmado,
frente
a los batallones de la lluvia,
aromo,
torre
de
la
luz
fragante,
previa
fogata
de la
primavera,

salud

salud

pesado es tu trabajo
y un amarillo amor es tu espesura.

Te proclamo
panal
del mundo:
queremos
por un instante
ser
abejorros
silvestres,
elegantes, alcohólicas
avispas,
moscardones de miel
y terciopelo,
hundir
los ojos,
la camisa,
el corazón,
el pelo
en tu temblor fragante,
en tu copa
amarilla
hasta ser sólo aroma
en tu
planeta,
polen de honor, intimidad del oro,
pluma de tu fragancia.

ODE ALLA MIMOSA

Vapore o nebbia o nube
mi circondavano.
Andavo per San Jerónimo
verso il porto
quasi addormentato quando
dall’inverno
una montagna
di luce gialla,
una torre fiorita
risalì la strada e tutto
si riempì di profumo.

Era un aromo.

La sua altezza
di padiglione florido
si costruì
con miele e sole e aroma
e in esso
io
vidi
la cattedrale del polline,
la profonda
città
delle api.

Lì me ne stetti muto
e erano i monti
del Cile, nell’inverno,
sottomarini,
remoti,
sepolti
nell’acqua invisibile
del cielo argentato:
solamente
l’albero della mimosa
dava nell’ombra
grida
gialle
come se
dalla primavera errante
si fosse staccata
una campana
e lì
stesse
ardendo
in
quel
albero sonoro,
giallo,
come nessuna cosa può esserlo,
né il canarino, né l’oro,
né la pelle del limone, né la ginestra.

Aromo,
sole terrestre,
esplosione
di profumo,
cascata,
cataratta,
chioma
di tutto il giallo
sparso
in una sola onda
di fogliame,
aromo
anticipato
in quello
australe
inverno
come
un
valoroso
militare
giallo,
prima della battaglia,
nudo,
disarmato,
di fronte
ai battaglioni della pioggia,
aromo,
torre
dalla
luce
fragrante,
precedente
falò
della
primavera,

salute

salute

pesante è il tuo lavoro
e un giallo amore è la tua robustezza.

Ti proclamo
favo
del mondo:
vogliamo
per un istante
essere
calabroni
silvestri,
eleganti, alcoliche
vespe,
mosconi di miele
e velluto,
immergere
gli occhi,
la camicia,
il cuore,
i capelli
nel tuo tremore fragrante,
nella tua coppa
gialla
fino a essere solamente aroma
nel tuo
pianeta,
polline di onore, intimità dell’oro,
piuma della tua fragranza.

Utile

  • La mimosa è il fiore della resilienza, per la sua grande capacità di rinascere. Avevamo già scritto delle leggende su questo fiore che trovate qui. Leggende sulla mimosa
  • Trovate le poesie di gennaio e quelle del blog alla pagina Poesie e Filastrocche

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