Io e Pinocchio insieme al New York Encounter

E dopo un incidente di percorso sul volo di ritorno da New York, che mi ha bloccato per parecchi giorni, e una deviazione dalla strada principale, seguendo il Vento dell’Est che mi ha portato da Mary Poppins, eccomi a voi con il resoconto, un po’ scritto, un po’ fotografato, della mia partecipazione al New York Encounter 24.

La prima considerazione, quella che avrei sperato di non dover fare ma che, allo stesso tempo è necessaria in certi momenti della vita, è che strappare l’anima addormentata, “Tearing open the sleeping soul”, tema al centro del NYE che si è svolto dal 16 al 18 febbraio 24, è roba da tutti i giorni dell’anno e siamo così piccoli e deboli che basta una rovinosa caduta in aereo, le circostanze della vita, quelle che non vorresti, a farti pensare che “it’s impossible!”. Ma non è così. No, non è così. Ce lo hanno detto in tanti al New York Encounter, sì anche il burattino meraviglioso, ma prima di tutto ce lo urla la nostra anima addormentata ma … irriducibile, immortale. Dobbiamo guardare, aprire gli occhi e osservare, giudicare, trarre le conclusioni. Soprattutto avere il coraggio di riconoscere quello che ci è successo davvero e nutrire così la nostra speranza.

New York Encounter 2024. Tearing open the sleeping soul
“Ripigliate coraggio, mettetevi in via e correte senza fermarvi “. Francesca Saverio Cabrini

Pinocchio mi ha aiutato a farlo, insieme alle amicizie nate in quei giorni e ai giudizi maturati, ma hanno fatto il loro anche i grattacieli e tutto quel Nuovo che ti fa percepire la creatività grande dell’uomo insieme alla sua piccolezza, e la bellezza di Manhattan vista da Brooklyn e la neve, oh la neve, e il santuario di St. Elisabeth Ann Seton che piccolo qual è si erge nel cuore dei grattacieli, un altro mondo nel nostro mondo.

Nel mio campo di lavoro, ho scoperto che qui è tutto uno storytelling, le cose non vengono semplicemente dette, ma tutto viene raccontato, dalle news dell’attualità alla narrazione che vende le American Girl (bambole che hanno nome, cognome e persino albero genealogico della famiglia) ma anche il film su Santa Francesca Cabrini, fatto in pieno stile Hollywoodiano, ovvero graaande. Uscirà negli Stati Uniti e in altri paesi, non in Italia, l’8 marzo, tributo a una donna che non ha mai avuto un solo giorno da anima addormentata! – Ardentemente e velocemente – era il suo motto, forse per questo piaceva qui negli USA.

E poi il pubblico del NYE, tanti giovani e un pieno di famiglie, roba da 5,6 anche 8 figli, roba che qui da noi ti guarderebbero come un insulto alle risorse del pianeta, (ultimissimo trend per consigliarti di non far figli) e poi c’è Pinocchio, il meraviglioso burattino che, come i bambini incontrati al Kid’s Village, come la Cabrini, l’anima non ce l’hanno mai addormentata, che anzi con quegli occhi spalancati sulla realtà, su tutta la realtà, ti costringono a strapparla di continuo.

“C’era una volta – un Re – diranno i miei piccoli amici… No bambini c’era una volta un pezzo di legno…”
Non devo neppure chiederlo a quei children seduti lì davanti a me, ripetono in italiano quella frase come fosse la cosa più naturale del mondo, qualcuno ha genitori italiani, molti no. La teacher Marta li accompagna, in english of course, legge di Master Cherry e di Geppetto e le fasi della costruzione di Pinocchio, i primi scherzi di quel monello, i movimenti e la voce di Marta che legge li fa immedesimare, si capisce da tutti quei burattini creati, disegnati, ritagliati, assemblati, ogni bambino ha il “suo” Pinocchio, uguale e così diverso dagli altri!

Mangiafuoco, Fire-Eater li fa tremare, poco a dire il vero, tesi e con gli occhi curiosi, e il cardinal O’Malley, che ogni anno viene a visitare il il NYE e sempre passa dal Kid’s Village, guarda i loro Notebook, dicendo “Pinocchio is a wonderful book ”, non stupitevi è il secondo libro più tradotto al mondo, e poi li benedice. Dieci minuti, dodici, di lettura immedesimata per quattro incontri, al centro Pinocchio che viene creato, che va da Fire-Eater, che conosce la Fata, the Blue-Haired girl e poi Pinocchio nel Paese dei Balocchi, Playland, il paese dove “there is no school, no books, no homework,”. Il dramma del non avere niente da fare esplode in un “nooo” drammatico e generale quando Marta provoca i bambini con un “…This is nice, right?”. Nessuno dei bambini presenti è contento, ennesima prova che siamo noi, svezzati e grandi, ad avere l’anima addormentata, non i bambini, loro corrono con Pinocchio, scappano e tornano, sempre in azione, mai fermi. Pinocchio che va via, corre, scappa. Scappa di continuo Pinocchio, scappa, cade, si rialza e torna, fino al momento drammatico in cui cambia, prende sulle spalle il padre, lo trasporta e lo salva. … E diventa un bambino vero.


Ultimo incontro, Pinocchio finds Geppetto inside the shark’s belly e lì i bambini … si scatenano, disegnano, tagliano, colorano. Nel grande Pesce-Cane mettono Pinocchio e Geppetto, e poi colori sgargianti, denti acuminati, colorati, arcobalenati, una bambina ci mette la fata turchina (o la mamma?) lo Shark prende vita, fa paura … Wonderful Job!


I bambini sono tutti partiti, tornati a casa, a centinaia di chilometri uno dall’altro, due, tre ore di fuso orario, trenta gradi climatici di differenza, neve e gelo da una parte e maniche corte dall’altra, così diversi, così uguali, hanno chiesto con insistenza a papà e mamma la lettura di tutto il libro di Pinocchio… e il mio pensiero finale è proprio su questo.
Cari papà e mamme siete fortunati, niente di meglio per svegliare l’anima addormentata che stare in compagnia dei vostri bambini e sì anche di Pinocchio e non dimenticate miss Poppins e Mary e Pippi e Peter, e gli altri. Come veri amici sono lì che vi aspettano, sempre.

Utile

2 risposte a "Io e Pinocchio insieme al New York Encounter"

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