Tra oggi 29 settembre e il 2 ottobre festeggiamo le ricorrenze dei Ss. Arcangeli, san Michele, san Gabriele, san Raffaele e degli Angeli Custodi. Ogni anno scriviamo qualcosa sui “nostri potenti e misteriosi aiutanti”, così ce li indica il Catechismo della Chiesa Cattolica: dove li possiamo vedere, come ci aiutano, dove e come si sono manifestati.
Quest’anno Valeria ci racconta la storia del più potente, del più forte, il Principe delle milizie celesti, l’Arcangelo Michele. Oggi pubblichiamo una storia che piacerà sicuramente ai nostri bambini più grandi, ma anche a Noah che di anni ne ha 5 e Carletto che ne ha 3 e sono sempre in battaglia. La devozione a san Michele è così grande in tutta l’Europa che c’è una via che parte idealmente dall’Irlanda ed arriva ad Haifa sul Monte Carmelo, lungo la quale per ogni apparizione di san Michele è stata costruita una chiesa. I bambini saranno molto interessati a sapere come si è creata la Via dell’Arcangelo. Ve lo racconta qui sotto Valeria, e domani vi racconterà le storie, le leggende di qualcuna delle chiese che si trovano lungo la Via.
Il 2 ottobre spazio agli Angeli dei bambini.
In fondo al post trovate tutto quello che abbiamo finora pubblicato sugli Arcangeli e gli Angeli Custodi.

Storia di un Arcangelo
di Valeria De Domenico
Michele c’era nato così: imponente.
Anche se la sua non era stata una vera e propria nascita. Nessuno infatti ricorda il momento in cui é nato. Invece, lui aveva una memoria precisa dell’istante in cui per la prima volta l’aria era fluita attraverso i suoi polmoni, riempiendoli e forzandolo ad aprire di colpo i grandi occhi azzurri.
La prima cosa che aveva visto era stata la Luce. La stessa che lo aveva generato e che non smetteva di scaldare tutto. Poi pian piano la Luce aveva cominciato a ritrarsi, in modo che il resto del creato si potesse svelare.
Michele aveva allora potuto distinguere le proprie mani, osservarne il palmo e il dorso. Erano mani forti. Anche le braccia erano piuttosto forzute e le gambe possenti.
A un certo punto Michele aveva avvertito il bisogno di stendere i muscoli dietro la schiena ed era stato allora che si era accorto di possedere due splendide ali. Ali di aquila. Le aquile non avevano ancora iniziato a solcare i cieli del mondo, perché il mondo non era stato ancora creato, ma al momento buono Dio si sarebbe ispirato alle ali del suo angelo più maestoso per plasmare quelle della regina degli uccelli.
Man mano che il creato prendeva forma e vita, e le cose intorno a lui assumevano ciascuna le proprie sembianze, mostrandosi aggraziate, come la luna e le stelle, mutevoli come le acque e i venti, delicate come le piante e gli animali, Michele capiva che se Dio lo aveva fatto così robusto e se gli aveva messo in cuore tanto impeto, doveva essere per un preciso scopo.
Certo a lui non sarebbe toccato di dispensare saggezza, come ai serafini, creature dai modi molto compiti, pieni di ali piumate (ben sei!) e di occhi, per scrutare instancabili il Mistero di Dio. I serafini, lo sanno tutti, scaldano i cuori degli uomini, suggerendo loro la via della caritá. Per intenderci, pare fosse un serafino l’angelo che fermò la mano di Abramo, quando stava per sacrificare il figlio Isacco, e che fu ancora un serafino a consegnare a San Francesco le stigmate.
Michele aveva sempre pensato che in affari del genere lui si sarebbe confuso. O sarebbe apparso poco convincente. Nè avrebbe potuto ricorrere all’arte oratoria, perché fare discorsi non era il suo forte. Per quello c’era Gabriele. Gabriele era abilissimo a spiegare le cose. Trovava sempre le parole giuste e poi aveva un aspetto rassicurante: chi se lo trovava davanti all’improvviso, in sogno1 o in cucina2, al crepuscolo, rimaneva sorpreso, ma non si spaventava, perché aveva l’impressione di aver già visto da qualche parte quel bel faccione simpatico, anche se non ricordava dove.
L’aspetto di Michele era tutt’altro che rassicurante. Quella massa di muscoli e lo sguardo tagliente intimorivano gli uomini. Inoltre, considerando la superbia di alcuni di loro, c’era sempre il pericolo di suscitare reazioni inconsulte. Non sono rari tra i figli di Adamo gli sciocchi pieni di sé, che non sopportano di esser superati in prestanza fisica e reagiscono subito diventando aggressivi. Una situazione del genere, se si fosse mai verificata, sarebbe stata spiacevole, oltre che imbarazzante per tutti.
Con gli uomini bisognava andarci piano. Dosare le forze. Mostrare fermezza, ma tenendo presente che sono esseri fragili e Dio li ama più di qualsiasi altra sua creatura. Uriele che, poco dopo il fattaccio del frutto proibito, aveva dovuto assolvere il compito di scacciare Adamo ed Eva dal Paradiso terrestre, era stato impeccabile, ad esempio. Ma Michele che lo conosceva, sapeva quanto gli fosse costato mantenere la calma, nella concitazione del momento e sapendo cosa quei due avevano appena combinato.
Proprio in quell’occasione, Michele aveva avuto la certezza di non essere tagliato neppure per questo genere di incarichi. Né d’altro canto per i lunghi viaggi, come quello che più avanti avrebbe fatto Raffaele al fianco del piccolo Tobia3. Era durato anni. L’ Arcangelo aveva assunto sembianze umane e si era preso cura di quel bambino in silenzio, senza farsi mai notare.
Che pazienza gli ci era voluta! Agli uomini serve il tempo: ne hanno bisogno per poter crescere, per capire e per scegliere. Lui, Michele, non avrebbe saputo aspettare. Si sarebbe fatto prendere dalla smania di agire. Avrebbe ceduto all’impulso di far qualcosa per risolvere la situazione.
Avere a che fare con gli uomini per Michele era insomma sempre stato un problema. Non che gli uomini lo disprezzassero. Anzi. Molti nei secoli lo avrebbero preso in gran simpatia e si sarebbero rivolti a lui per chiedere intercessioni presso Dio, per lo più uomini di armi o chiamati dalle circostanze a grandi responsabilità: re, condottieri, vescovi, abati. Il popolo dei Longobardi! Ecco, i Longobardi (che proprio gente pacifica non era!) sarebbero stati molto devoti a San Michele. Ma nonostante ciò, Michele si era spesso chiesto come avrebbe mai potuto aiutare Dio con l’Umanità.

Poi venne il giorno in cui nei cieli scoppiò la guerra. E quel giorno accaddero due cose: l’Umanità acquistò un Nemico feroce e ostinato, che non si sarebbe mai stancato di tormentarla e Michele capí quale fosse il suo compito. Dio aveva bisogno di lui per combattere il Nemico del Mondo. Bisogna dire che in quel frangente, durante il grande scontro, Michele diede il meglio di sé. Forte, valoroso, dotato di ingegno militare e abilità nel maneggiare le armi, guidò le schiere angeliche contro le legioni di Lucifero e riportò una vittoria schiacciante. Lo scontro finale fu epico! L’ultimo colpo che l’Arcangelo inferse con la sua spada al Signore dei Demoni lasciò un segno persino sulla crosta terrestre, creando uno squarcio, così profondo che le ere geologiche riuscirono a nasconderlo, ma non a cancellarlo: una linea dritta dal nord dell’Irlanda fino ad Haifa. La via dell’Arcangelo.
La guerra però non era davvero finita. Lo urlava la Storia del Mondo. E inoltre ci fu quel sogno. Non un suo sogno. Gli Arcangeli non dormono mai, quindi non possono sognare. Solo agli uomini é dato questo privilegio. L’ennesimo dono di Dio ai suoi prediletti. Non c’é da stupirsi se Lucifero aveva finito con l’invidiarli. Gli uomini sognano e sono scelti, amati uno ad uno. E proprio al più amato tra tutti, in sogno, venne mostrata la fine dei tempi4. Non nel dettaglio, sia chiaro, ma tanto da farsene un’idea e raccontarla. Tanto da scoprire che tutto si concluderà con un’ultima battaglia, anzi un duello, e che ad affrontare il Nemico sarà di nuovo lui, Michele.
Incatenato nel suo buco nella roccia, il grande drago5 freme. Nel suo occhio giallo, é ancora impressa l’immagine di quell’avversario bellissimo e ogni suo pensiero é uno spasmo di odio che scuote la Terra dal profondo.
Michele lo sa, ma il suo cuore non trema. Attende. Ha iniziato ad apprezzare il tempo. Gliene é servito un po’ per imparare ad amare quelle creaturine fragili e goffe, che sotto strati di balordaggine nascondono i tratti del Padre. Guai a chi gliele tocca, ora. È pronto a tutto per difenderle. Spende i secoli cacciando, con il potere che gli viene da Dio, tutti gli spiriti maligni che si aggirano per il mondo per far perdere le anime.
Che Dio benedica la sua spada, oggi e nel giorno in cui affronterà e sconfiggerà per sempre il Drago.
Ad Gloriam Dei.
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Preghiera a San Michele Arcangelo, di Leone XIII 6
San Michele Arcangelo, difendici nella lotta:
sii il nostro aiuto contro la cattiveria e le insidie del maligno.
Supplichevoli preghiamo che Dio lo domini e Tu,
Principe della Milizia Celeste, con il potere che ti viene da Dio,
incatena nell’inferno satana e gli spiriti maligni,
che si aggirano per il mondo per far perdere le anime. Amen.
NOTE
- 1 – 2 – in sogno o in cucina – san Gabriele appare in sogno a Giuseppe e in casa a Maria
- 3 – trovate la storia di Tobia e l’angelo Raffaele qui
- 4 – Al più amato di tutti san Giovanni fu rivelata in sogno la storia che scrisse sull’Apocalisse
- 5 – – il grande drago – è uno dei nomi con cui san Giovanni chiama Lucifero nell’Apocalisse
- 6 – Questa preghiera è stata scritta da papa Leone XIII il 13 ottobre 1884 in seguito alla sua drammatica visione della Chiesa attaccata da satana. Da quel momento e fino al Concilio Vaticano II è stata recitata alla fine di ogni messa. Fu ripresa da Giovanni Paolo II il 24 aprile del 1994 durante il Regina Coeli. Il papa invitò tutti a “recitarla per ottenere di essere aiutati nella battaglia contro le forze delle tenebre e contro lo spirito di questo mondo”.

Trovate qui il PDF della storia da scaricare e stampare
Tutto quello che abbiamo scritto fino ad ora sugli Angeli Custodi e sugli Arcangeli
Don Bosco e il Grigio. Un Angelo Custode sotto le sembianze di cane provvidenziale?
Don Bosco, Il Divoto dell’Angelo Custode, con la canzoncina Angioletto del mio Dio
Poesie e fiabe sull’Angelo Custode, invisibile e premurosa presenza
Cosa dice il Catechismo della Chiesa Cattolica sugli Angeli… e dove possiamo trovarli.
Gli Angeli nostri potenti e misteriosi aiutanti
Un altro Angelo, un Arcangelo Custode La storia di Tobia e l’Angelo Raffaele
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Trovi qui la storia, il commento e alcuni brani dell’opera lirica Hansel e Gretel
Il 2 ottobre è anche la festa dei nonni. Santissimi Angeli Custodi, una fiaba di amore incondizionato
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Buongiorno 😊 mi chiamo Giuseppe, e mi permetto di dare un mio contributo (spero non dispiaccia a nessuno) riguardo le figure dei tre santi arcangeli:
I TRE ARCANGELI
A cura di Giuseppe Monno
Nella Sacra Scrittura il titolo di Arcangelo è attribuito esplicitamente solo a Michele (Giuda 9). Tuttavia, la Tradizione della Chiesa, fondata anche su fonti deuterocanoniche e apocrife, riconosce come arcangeli anche Gabriele e Raffaele, venerati con solennità dalla Chiesa cattolica e da quelle ortodosse.
Il termine Arcangelo deriva dal greco Archángelos, che significa «Capo degli Angeli», ovvero un Angelo preposto al comando di altri spiriti celesti. Esso indica una funzione gerarchica elevata all’interno della teologia angelica, come insegnata da Dionigi (VI secolo) nella sua opera De Coelesti Hierarchia, dove l’ordine degli Arcangeli è collocato all’ottavo posto della scala celeste, subito prima degli angeli comuni. Tuttavia, alcuni spiriti, come Michele, sembrano trascendere questa classificazione, assumendo un ruolo ancora più eminente.
Arcangelo Michele
Il nome Mikha’el in ebraico significa «Chi è come Dio?», una domanda retorica che afferma l’incomparabile grandezza del Signore. Michele è il principe delle milizie celesti, incaricato della difesa del popolo di Dio e della lotta contro il male. In Daniele è definito come «uno dei primi principi» (sarim harishonim, Daniele 10,13) e come «il grande principe» che difende il popolo di Israele (Daniele 12,1).
Nel Nuovo Testamento, Michele appare come il comandante dell’esercito celeste che combatte contro il dragone, simbolo di Satana, nella grande battaglia (Apocalisse 12,7-9). È menzionato anche nella Lettera di Giuda, dove disputa con il diavolo il corpo di Mosè (Giuda 9), episodio che la tradizione collega a un’antica fonte apocrifa, «Assunzione di Mosè». Secondo la Prima Lettera ai Tessalonicesi, l’Arcangelo accompagnerà il ritorno glorioso di Cristo, annunziando la risurrezione dei morti (1 Tessalonicesi 4,16).
Nell’iconografia cristiana, Michele è raffigurato come un giovane guerriero alato, spesso con elmo e corazza, armato di spada o lancia, talvolta con bilancia, simbolo del giudizio delle anime. Viene spesso rappresentato mentre calpesta o trafigge il drago infernale. Famose le opere di Guido Reni «San Michele contro Satana», Giulio Cesare Procaccini e Bernando Zenale.
In musica, è ricordato in oratori (p. es. «Il Trionfo di San Michele»), inni, e canti liturgici (p. es. il «Sancte Michael Archangele» gregoriano).
Arcangelo Gabriele
Il nome Gavri’el significa «Fortezza di Dio». Gabriele è il messaggero per eccellenza delle grandi rivelazioni divine. Egli appare nel libro di Daniele per spiegare le visioni profetiche sul destino di Israele e sul Messia (Daniele 8,16; 9,21-27).
Nel Vangelo secondo Luca, Gabriele annuncia a Zaccaria la nascita del Battista (Luca 1,11-20) e successivamente a Maria di Nazareth il concepimento verginale del Figlio di Dio (Luca 1,26-38). La sua presenza in questi eventi salvifici lo rende figura chiave dell’Annunciazione e della Nuova Alleanza.
Secondo la tradizione, fu probabilmente Gabriele anche l’angelo che apparve in sogno a Giuseppe per rassicurarlo e guidarlo nella missione di padre putativo del Messia (Matteo 1,20-21).
Nell’iconografia cristiana, Gabriele è rappresentato come un giovane androgino di grande bellezza, con ali d’aquila e spesso con un ramo di giglio, simbolo di purezza e verità. Tra le opere più famose «L’Annunciazione» di Fra Angelico, Leonardo da Vinci, Botticelli, Michelangelo, Antonello da Messina.
Arcangelo Raffaele
Il nome Repha’el significa «Dio ha guarito». Raffaele appare nel libro di Tobia, dove accompagna il giovane Tobia nel suo viaggio, lo protegge, libera la giovane Sara dal demonio Asmodeo e restituisce la vista al padre Tobi (Tobia 3,17; 5-12). Alla fine del racconto, rivela la propria identità dicendo: «Io sono Raffaele, uno dei sette angeli che stanno sempre pronti ad entrare alla presenza della maestà del Signore.» (Tobia 12,15)
Questa frase, unica nella Scrittura, getta luce sulla figura dei sette angeli che stanno al cospetto di Dio, menzionati anche in Apocalisse 8,2, ai quali vengono date le sette trombe del giudizio. Secondo la tradizione ebraica (come nel libro apocrifo di Enoch), questi sette sono arcangeli, tra cui Michele, Gabriele e Raffaele. Gli altri quattro, secondo diverse fonti apocrife, sono Uriel, Sealtiel, Geudiel e Barachiel, anche se non riconosciuti ufficialmente dalla Chiesa cattolica.
Nell’iconografia cristiana, Raffaele è spesso rappresentato come un bellissimo giovane androgino, accanto al giovane Tobia, con bastone da viaggio e pesce in mano, simbolo del rimedio curativo usato per guarire Tobi. Tra le raffigurazioni più celebri «Il viaggio di Tobia» di Andrea del Verrocchio e del giovane Leonardo, «Tobia e l’Angelo» di Pietro Perugino.
Culto e teologia degli angeli
I tre Santi Arcangeli sono venerati nella Chiesa cattolica, nella Chiesa ortodossa e in alcune comunità anglicane. Il 29 settembre, la Chiesa cattolica celebra la solennità congiunta dei Santi Michele, Gabriele e Raffaele, mentre la Chiesa ortodossa li onora l’8 novembre, nella “Sinassi dei Santi Arcangeli e di tutte le Potenze Incorporee”.
Il culto degli Angeli si fonda sul principio che essi sono servitori e messaggeri di Dio, ma non oggetto di adorazione, bensì di venerazione (dulia). La devozione agli Arcangeli è antichissima e si è manifestata anche nella costruzione di santuari a loro dedicati, tra cui il celebre Santuario di San Michele Arcangelo sul Gargano (Italia), uno dei luoghi più antichi di pellegrinaggio cristiano in Europa.
Michele, Gabriele e Raffaele rappresentano tre aspetti fondamentali della missione angelica: difesa, rivelazione e guarigione. Essi non solo sono modelli di obbedienza perfetta alla volontà divina, ma anche strumenti con cui Dio si manifesta nella storia della salvezza. La loro presenza nella Scrittura e nella tradizione ci ricorda che, nella lotta spirituale, non siamo mai soli.
Fonte: Cristiani Cattolici Romani (Uno dei miei blog su WordPress)
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Ti ringrazio Giuseppe per il tuo prezioso contributo, che sicuramente interesserà più di un nostro lettore. Noi scriviamo in genere per arrivare ai bambini, per cui non siamo così specifici come lo sei stato tu, ma ci interessa molto approfondire ogni argomento che trattiamo in maniera storica e documentata come hai fatto tu. Cosa che sul tema Angeli e Arcangeli sul web spesso è lacunosa se non ignorata. Annalena
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Grazie a te, Annalena. Nel mio blog tratto contenuti di fede e apologetica cattolica, ma anche di angelologia. Riguardo quest’ultima, ho trattato non solo i tre Arcangeli (sia insieme che separatamente) ma tutte le nove gerarchie celesti (Serafini, Cherubini, Troni, Dominazioni, Virtù, Potestà, Principati, Arcangeli, Angeli), la natura angelica e i vari uffici, e ovviamente non poteva mancare un articolo sulla loro custodia. Purtroppo non ho delle sezioni dove raggruppare temi simili (non so neppure se si possono creare sezioni su WordPress), ma ho tutto un po’ mescolato.
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Caspita, bello! Sì, il tema delle sezioni con un blog c’è, noi per ora usiamo le pagine per raggruppare.
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Niente da aggiungere se non che per certi versi questo sito è una piccola miniera d’oro. Lo “sfoglio” e mi ci perdo, alcune cose le scopro, altre le riscopro. Comunque visto che si fa tutto per i bambini (è proprio così) e quel che fa il babbo è sempre ben fatto (si spera), vi segnalo due cose che hanno a che fare con lo sguardo delle mie figlie, quello sguardo che fa sparire il peso del quotidiano, forse non è il posto giusto, ma tanto un piccolo commento non fa male a nessuno…
Una serie di libri per chi inizia a leggere, età dai 5/6 anni , Dory Fantasmagorica, storie di una bambina con un fratello e una sorella più grandi, una mamma e un papà (cosa non scontata di questi tempi), e una fantasia smisurata che le fa vivere in maniera divertente e assurda le vicende tipiche della sua età, scritte e disegnate da un’insegnante di NY. Edizioni molto carine, copertine rigide a prova di figlio, disegni accattivanti in ogni pagina.
E poi una serie animata, so che di solito si parla di lettura, libri, favole o film, ma questa è veramente una cosa unica nel suo genere, e a casa mia di tv se ne vede pochissima, sto parlando del cartone australiano Bluey. 4 cani antropomorfi, mamma papà e due figlie piccole, storie interamente incentrate sui giochi delle bambine, quasi sempre col papà a volte anche con la mamma. Un gioiello di scrittura che riesce a essere leggera e profonda insieme senza annoiare e che piace a bambini e adulti alla stessa maniera.
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Grazie molte Michele per il tuo contributo a suggerire la serie di Dory Fantasmagorica e la serie animata di Bluey. Ammetto di conoscere poco Dory, anche se l’unico libro letto penso dieci anni fa, mi aveva divertito molto. Queste figure di bambine Fantasmagoriche, come anche Lotta Combinaguai di Astrid Lindgren, mi son sempre piaciute. In più ha il vantaggio di essere un libro che fa parte di una serie, i bambini si affezionano al personaggio e non vogliono lasciarlo più. E poi ci attiri con una serie animata “unica nel suo genere”… assolutamente da vedere dunque!! Continua a suggerire e io ripropongo a tutti, e magari il tuo “esempio” inviterà qualcun altro a proporre… Libri, fiabe, film, serie animate, con la caratteristica principale di essere unici nel loro genere, e molto amati da figli, nipoti e da voi naturalmente.
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Da quando ho scoperto questo sito (meglio tardi che mai), ho letto per me ma soprattutto per le mie due bimbe tante storie davvero belle e alcune strepitose.
Grazie davvero dal profondo del cuore per tutta la bellezza che regalate.
Michele
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Grazie davvero Michele e ovviamente tanti auguri di buon onomastico!!
Il nostro motto è – si fa tutto per i bambini – Cerchiamo di essere degne del loro cuore e della loro testa, attraverso la ricerca di storie, fiabe, poesie, libri, notizie ( e credimi non è facile nel mondo sempre più fake del web), e la ricerca di illustrazioni, fotografie, immagini e tutto ciò che attraverso la bellezza faccia percepire il senso della realtà. Sono contenta che si percepisca… e magari potresti fare un po’ di pubblicità al nostro blog tra i tuoi amici…
Sarei curiosa di sapere quali sono le storie “strepitose”!!! 🙂
Annalena e il team di MammaOca
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Buondì, basandomi solamente sul responso del mio ristretto ma altamente qualificato pubblico (2 bambine di 5 e 10 anni abituate ad ascoltare il papà che legge qualcosa tutte le sere) fra le cose strepitose metto sicuramente il meraviglioso Cicciapelliccia (che sarà il regalo per la prossima festa della mamma da parte del suddetto pubblico) e che senza questo blog non avrei mai scoperto, poi aggiungo Il Gigante egoista di Oscar Wilde che la piccola di 5 anni ha voluto sentire due volte di fila, la leggenda del fiore di Tarassaco e anche la storia di Don Bosco e il Grigio e mi fermo ma potrei continuare a lungo.
Vi rinnovo i complimenti e non mancherò di consigliarvi a chi coglie quanto c’è di bello nel trascorrere del tempo a leggere ad alta voce per i propri bambini.
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Questo è il pubblico altamente qualificato su cui, in primis, ci basiamo per scegliere storie e libri!
Bellissime scelte, mi colpisce sempre la differenza di giudizio tra grandi e bambini! Ho fatto lezioni su Oscar Wilde e le sue fiabe e noto che quando parlo de Il Gigante egoista c’è titubanza in insegnanti e genitori all’idea di raccontarla, fino a quando la leggo e la “spiego” – una delle mie mission è leggo le fiabe ai bambini e le spiego ai grandi – Avrai letto di tutte le riduzioni e cambiamenti, nonché censure, che fanno di questa fiaba!!! Quando la leggo ai bambini… bisognerebbe solo guardare i loro occhi, la loro espressione, il loro immedesimarsi, la loro gioia, per capire!
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