Bologna Children’s Book Fair 2019. Prime considerazioni, senza polemica

Dopo il primo impatto con la Bologna Children’s Book Fair 2019, da ora in poi BCBF2019, come linguaggio hastag comanda, impatto come sempre entusiastico, in attesa di entrare nel merito dei nuovi libri proposti, (mai a scatola chiusa!), quali considerazioni possiamo fare?  Queste sono le prime. Senza polemica… o quasi.

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Cammina, cammina al BCBF2019

Cammina, cammina (e in fiera c’è un bel po’ da camminare!) MammaOca è arrivata a Bologna e si è tuffata in quell’allegro stagno di colori e voci che è la Fiera del Libro per Ragazzi.
Anche quest’anno c’era tutto:

  • C’erano le pareti in cartongesso interamente ricoperte da cartoline, disegni e post-it, dalle quali si levano, come un gracidio suadente, gli speranzosi appelli degli aspiranti illustratori. Pareti chiamate opportunamente “Muro del Pianto”.
  • C’erano le file inquiete degli stessi aspiranti illustratori, per lo più ragazze, per lo più vestite in modo assolutamente fuori di testa…
  • C’erano le gigantografie realizzate dagli ospiti d’onore, gli svizzeri, che in ottemperanza a quel loro atavico voto alla precisione, hanno puntato sull’Abecedario, in modo da poter seguire nel processo creativo un rassicurante ordine alfabetico. Risultato, a conti fatti, interessante: la varietà delle tecniche adottate dagli elvetici ci hanno stupite, così come la capacità di alcuni tra di loro di raccontare con un’immagine. La scena più sorprendente si assiepa intorno alla X di X-mas: è la rappresentazione scolastica di un presepe! Nessuna renna, nessun Babbo Natale. In questo Natale c’è addirittura Gesù, in braccio a un bambino-pecora, è vero, ma sempre di Gesù Bambino si tratta!

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Le novità: i nuovi spazi espositivi (Mall 1 e 2) luminosi e razionali. In perfetta continuità con la visual identity di BCBF19, sviluppata dall’illustratrice Masha Titova: pareti che si trasformano in libri che a loro volta sono delle finestre su altrettanti mondi.

Tra le esposizioni tematiche, la più accattivante per noi è risultata all’unanimità la mostra riservata al Silent Book Contest. Questo sotto-settore di super-nicchia dell’editoria attraversa un periodo fortunato. A Bologna ne sono stati selezionati di molto belli, freschi, immediati e di grande ricercatezza stilistica e formale. Capaci di incantare e raccontare più di tanti libri pieni di parole, (ahimè), per nulla significanti e significativi, a volte anche quando si tratta di libri classici, se malamente reinterpretati.

Finiamo con quello che portiamo a casa:

L’emozione più grande: quando, allo stand della Russia, ci siamo imbattute in Kveta Pacovska, autrice fantastica (per Nord-Sud, Il piccolo re dei fiori, Hansel e Gretel, Cenerentola e Cappuccetto Rosso) dotata di uno straordinario gusto del colore (in particolare il rosso!) e capace di fare cose meravigliose col collage. Abbiamo già parlato dei suoi libri, imprescindibili,  qui e qui.

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Alcuni libri acquistati senza indugio:

“Le lettere dell’orsa”, Gauthier David e Marie Caudry, Gallucci Editore. Illustrazioni fantastiche per contenuto e ricchezza, testo leggero che spingerà i giovani lettori a riconsiderare di scrivere e inviare lettere o tenere diari.

“Il Giardino Segreto”, F. H.  Burnett, L’Ippocampo. Testo che non ha bisogno di presentazioni, (ma se ne volete una eccola), in una edizione curatissima e preziosa che ne fa un libro/tesoro pieno di sorprese.

“Insieme con papà”, Bruna Barros, Il leone verde editore. Libro senza parole che mostra il potere della creatività e come, attraverso le piccole cose, si può ritrovare il contatto con le persone che più amiamo. E poi le piccole case editrici ci sono sempre simpatiche…

Altri libri che saranno nostri presto :

“Little Eyes”, “Blue to Blue”, “Little Tree” di Katsumi Komagata, designer giapponese nato nel 1953. I suoi libri sono pubblicati in Europa da Les Trois Ourses.

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