#10righe di Il giardino segreto, di Frances Hodgson Burnett. Poteva forse mancare, parlando di rose, il più famoso libro per ragazzi sulla rinascita di un giardino, e, con lui, di bambini, grandi e persino un pettirosso?

Sì, perché, da quando la piccola protagonista di nove anni trova quel giardino che da tanto tempo nessuno apriva più, da quel momento, insieme a rose e fiori tornano alla vita la stessa Mary, da giallina, bruttina e ripiegata su stessa che era, e il cugino Colin, dispotico e isterico, suo padre annientato dalla cupa tristezza e lo scorbutico Ben, ma ne vengono investiti anche gli altri protagonisti, Dickon, sua madre, Martha e fin il pettirosso. Senza dimenticare la mamma di Colin, colei che aveva creato il giardino e amava le rose, e che, rinascendo il giardino e i bambini con lui, torna ad essere una presenza amata.
Un libro molto rappresentato per immagini, siano esse illustrazioni, cartoni animati o film, soprattutto per la suggestione dei panorami presentati e per la bellezza delle scene evocate.
Ho già parlato più volte de Il giardino segreto, e, soprattutto, per tutta l’estate 2021, è stato letto in versione integrale, a capitoli e “con figure” sul nostro canale youtube dalla bella voce di Mariarosa Grieco. Sotto vi metto i link.
Ho scelto un unico brano, quando Mary entra per la prima volta nel giardino segreto e scopre tutto quel che c’è, prime fra tutto le rose. Il silenzio del bellissimo giardino e quel desiderio che fa capolino nelle parole di Mary, “Non sarà un giardino completamente morto? Oh vorrei tanto che non lo fosse!” sono il primo segnale della tenace speranza che rinasce sempre quando viviamo impattandoci con gli altri e immersi nella realtà. Che, se è bella e piena di rose, possiamo anche toccare il Cielo!

Era il giardino più bello e più misterioso che si potesse immaginare. Le alte mura che lo circondavano erano coperte da rami spogli di rose rampicanti, talmente fitti da essere tutti
intrecciati. Mary Lennox sapeva che si trattava di rose: in India ne aveva viste moltissime. Il terreno era ricoperto di erba, resa scura dal freddo invernale, dalla quale spuntavano cespugli che erano certamente di rose, se ancora in vita. Numerosi rosai avevano allargato i loro rami al punto che sembravano alberelli. Nel giardino c’erano altri alberi, ma una delle cose più strane e più affascinanti era che le rose rampicanti vi si erano attaccate con lunghi viticci, formando intrecci ondeggianti fra un albero e l’altro, quasi come bellissimi ponti sospesi nell’aria. Quei cespugli non avevano né foglie né rose e Mary non sapeva se fossero morti o vivi. I loro rami grigi e bruni sembravano un manto che ricopriva tutto, i muri, gli alberi e persino l’erba, dando un’aria misteriosa al giardino. Mary aveva immaginato che dovesse essere un giardino differente da quelli che non erano stati abbandonati a se stessi così a lungo, infatti era diverso da qualunque altro avesse visto in vita sua.
– Che silenzio! – mormorò. – Che silenzio!
Rimase zitta e in attesa per un istante, ascoltando. Anche il pettirosso, volato in cima al solito albero, era fermo, non sbatteva più neppure le ali; appollaiato su un ramo, guardava la bambina.
– Non mi stupisce che sia tutto così tranquillo, – sussurrò ancora Mary. – Dopo dieci anni, sono la prima persona a pronunciare qui qualche parola.
Si allontanò dalla porta camminando piano, come se temesse di svegliare qualcuno. Era felice che l’erba attutisse il rumore dei suoi passi. Si fermò sotto uno di quegli archi cresciuti come per incanto fra gli alberi e guardò i rametti e i viticci che lo formavano.
– Chissà se sono tutti morti, – disse. – Non sarà un giardino completamente morto? Oh vorrei tanto che non lo fosse!Se fosse stata Ben Weatherstaff, avrebbe potuto capire con un’occhiata se le piante e gli alberi erano ancora in vita. Ma vedeva solo rami e rametti grigi o marroni, e nessun segno di foglioline.
Era finalmente dentro il meraviglioso giardino. Ora poteva andarci quando voleva, attraverso la porta nascosta dall’edera; le pareva di aver trovato un mondo tutto suo.
Entro i quattro muri il sole splendeva e il cielo azzurro sopra il giardino sembrava ancor più brillante e soffice di quello che si estendeva sulla brughiera. Il pettirosso abbandonò la cima dell’albero, saltellò e volò dietro di lei. Continuava a cinguettare e aveva l’aria di volerle mostrare molte cose. Tutto appariva strano e muto; le sembrava di essere centinaia di miglia lontana da tutti, ma non si sentiva affatto sola.
La turbava soltanto il desiderio di sapere se tutte le rose fossero morte o se per caso alcune potessero mettere foglie e boccioli non appena sarebbe stato più caldo. Voleva davvero con tutto il cuore che quello non fosse un giardino completamente morto. Che splendore sarebbe stato, da vivo, e quante migliaia di rose sarebbero fiorite da ogni parte!

Utile
- Canale youtube di MammaOca
- Qui trovate la presentazione dell’audiolibro Il giardino segreto. Lettura integrale divisa per capitoli dell’estate 2021.
- Qui è presentato l’ultimo capitolo, 27esimo, de Il giardino segreto, e trovate anche l’elenco e la presentazione di tutti gli altri capitoli.
- Questo, invece, è il mio giardino segreto, nel caso voleste crearlo davvero, cosa auspicabile anche se in un angolino o su un terrazzino, (come fanno i due bambini de La Regina della neve), soprattutto per i bambini
Bellissima metafora sulla rinascita! Grazie per la “profumata e fresca” riflessione proposta. Un abbraccio Sonia
Inviato da iPhone
>
"Mi piace""Mi piace"
Profumata e fresca… proprio bella la tua osservazione! Grazie Sonia
"Mi piace""Mi piace"