Il sale più prezioso dell’oro, di Božena Němcová

Ancora nuove fiabe, ed oggi la storia di una principessa, descritta da una grande scrittrice. Il sale più prezioso dell’oro, di Božena Němcová (1820-1862), scrittrice e poetessa ceca. Anche questa fiaba, così come Il Lungo, il Largo e l’Acuto, è tratta dal libro
Fiabe di Praga magica, a cura di Scilla Abbiati Sivazliyan, Fabbri editori. Lo scrittore-illustratore ceco Štěpán Zavřel, di questa fiaba ne ha fatto un bellissimo libro, lo trovate qui.

Temi

  • un re padre deve decidere chi gli succederà tra le tre figlie.
  • Amore, cos’è amore? “Infine decise che avrebbe regnato quella che più lo amava”.
  • E’ una fiaba che sottolinea il valore delle cose, anche “la meno preziosa, la più semplice delle cose, che ognuno ha e può avere e della quale nessuno si accorge nemmeno”.
  • Spesso le scelte e le parole dei figli non vengono capite dai padri, e l’incomprensione genera l’allontanamento, ma sulla strada della vita si incontra chi aiuta e nel tempo la verità si fa strada e sempre vince “dai tempo al tempo e ti tornerà utile”. Infatti “E il re si rese conto di quanto pregiato fosse il sale che lui non aveva tenuto in nessun conto e gli pesava molto sulla coscienza il fatto di aver offeso Maruška”.

Frase

“Bene, e tu, figlia più giovane, quanto mi vuoi bene?” domandò il re alla più giovane, che si chiamava Maruška. “Io amo il mio caro padre quanto il sale” rispose, e lo guardò dolcemente. “Ehi tu, ingrata, tu ami tuo padre solo più del sale?” saltarono su le altre sorelle. “Come il sale!” ripeté Maruška con convinzione, e guardò il padre ancora più dolcemente. 

Buona, coraggiosa, bella, modesta, gentile e umile questa Maruška, ma anche pragmatica, puntigliosa e peperina, non più del sale ma come il sale vuole bene al padre. I particolari sono una così bella cosa nelle fiabe, danno corpo, vita e carattere ad un mondo!

P.S. Per questa fiaba, oltre che di immagini reperite sul web, mi sono avvalsa, per le illustrazioni, della preziosa collaborazione di Maria Regina, anni quasi 9.

IL SALE PIU PREZIOSO DELL’ORO

C’era una volta un re che aveva tre figlie che gli erano più care della vita stessa. Quando il suo capo si fece bianco come la neve e le forze cominciarono a venirgli meno, un pensiero gli tornava spesso alla mente: quale delle figlie sarebbe divenuta regina dopo la sua morte. Infine decise che avrebbe regnato quella che più lo amava.

Infine decise che avrebbe regnato quella che più lo amava
Infine decise che avrebbe regnato quella che più lo amava

Chiamò subito a sé le figlie e così parlò loro: “Figlie mie! Sono vecchio, lo vedete, e non so se rimarrò ancora a lungo tra di voi. Vorrei decidere chi di voi tre sarà regina dopo la mia morte. Desidero quindi sapere, figliole mie, chi di voi mi vuole più bene. Dunque, dimmi tu che sei la maggiore, quanto vuoi bene a tuo padre?” domandò il re, e si rivolse alla più vecchia. “Padre mio, mi siete più caro dell’oro!” rispose la figlia, e gli baciò graziosamente la mano. “Bene, e tu, figlia mediana, quanto vuoi bene a tuo padre?” disse rivolgendosi alla figlia di mezzo. “Padre mio dolce, io vi amo come le pietre preziose” lo rassicurò la figlia di mezzo mentre volteggiava attorno al padre.

“Bene, e tu, figlia più giovane, quanto mi vuoi bene?” domandò il re alla più giovane, che si chiamava Maruška. “Io amo il mio caro padre quanto il sale” rispose, e lo guardò dolcemente. “Ehi tu, ingrata, tu ami tuo padre solo più del sale?” saltarono su le altre sorelle. “Come il sale!” ripeté Maruška con convinzione, e guardò il padre ancora più dolcemente. Ma il re si adirò immediatamente con la figlia che lo amava solo quanto il sale – la meno preziosa, la più semplice delle cose, che ognuno ha e può avere e della quale nessuno si accorge nemmeno -. “Va via, lontano dai miei occhi, visto che mi consideri solo al pari del sale!” gridò a Maruška. “Quando verrà il tempo che il sale sarà più prezioso dell’oro e delle pietre preziose, allora ripresentati, sarai regina!” Il re pensava che ciò non sarebbe mai successo.

“Dunque, dimmi tu che sei la maggiore, quanto vuoi bene a tuo padre?” domandò il re, e si rivolse alla più vecchia. “Padre mio, mi siete più caro dell’oro!” rispose la figlia, e gli baciò graziosamente la mano. “Bene, e tu, figlia mediana, quanto vuoi bene a tuo padre?” disse rivolgendosi alla figlia di mezzo. “Padre mio dolce, io vi amo come le pietre preziose” lo rassicurò la figlia di mezzo mentre volteggiava attorno al padre.
“Bene, e tu, figlia più giovane, quanto mi vuoi bene?” domandò il re alla più giovane, che si chiamava Maruška. “Io amo il mio caro padre quanto il sale” rispose, e lo guardò dolcemente. “Ehi tu, ingrata, tu ami tuo padre solo più del sale?” saltarono su le altre sorelle. “Come il sale!” ripeté Maruška con convinzione, e guardò il padre ancora più dolcemente.

Maruška, che era abituata a ubbidire al padre, dopo quelle parole se ne andò con gli occhi pieni di lacrime; le dispiaceva che egli l’avesse allontanata da sé e che non si fosse reso conto che lei non lo amava meno delle sorelle. Non sapendo dove andare, si mise in cammino per monti e pianure finché arrivò in una foresta. Ed ecco che vide in piedi nel sentiero una nonnina: chissà come, chissà da dove. Maruška la salutò gentilmente; la nonnina la ringraziò e vedendo le sue lacrime le chiese perché piangesse. “Eh, nonnetta, a che vale che glielo racconti, se non mi potrà aiutare in alcun modo” rispose Maruška. ”Be’, tu raccontamelo, fanciulla cara! Non si sa mai che ti possa dare un qualche consiglio; là dove i capelli son grigi si trovano anche buoni consigli!” le rispose la nonnetta. Allora Maruška le raccontò tutto e infine aggiunse piangendo che non voleva diventar regina, ma che desiderava convincere il padre che gli voleva davvero molto bene. La nonnetta sapeva già da prima quello che Maruška le avrebbe raccontato, perché era la saggia indovina.

Prese Maruška per mano e le chiese se sarebbe stata d’accordo di lavorare al suo servizio. Maruška rispose subito di sì, visto che non aveva dove andare. La vecchietta la condusse nella sua casupola nel bosco e prima di tutto le diede da mangiare e da bere. Maruška ne fu molto lieta, visto che ormai aveva fame e sete. Quand’ebbe mangiato e bevuto, la nonnetta le chiese: “Sai pascolare le pecore e le sai accudire, e sai filare?”. “No, non ne sono capace,” rispose Maruška “ma se lei me lo insegnasse, imparerei a farlo bene.” “Io ti insegnerò tutto, ma tu sii obbediente e fai come ti dirò. Dai tempo al tempo e ti tornerà utile.” Così le disse quella donna saggia e Maruška promise che l’avrebbe ascoltata e si mise subito al lavoro, poiché era una fanciulla laboriosa e umile.

Per tutto il tempo che Maruška rimase in servizio presso l’indovina, le sue sorelle maggiori vissero tra balli e feste. Non facevano che lodare il padre e frullargli attorno e chiedergli sempre nuove cose. La più vecchia tutto il giorno non faceva che vestirsi e mettersi oro addosso, la mediana passava il tempo tra i balli e le feste; si susseguivano un banchetto dietro l’altro e una gioia dopo l’altra. Di tanto in tanto al padre veniva in mente Maruška e si ricordava che lei gli aveva sempre voluto bene e che si prendeva cura di lui, e pensava che avrebbe voluto vederla regina. In quei momenti avrebbe voluto mandare a cercarla, se avesse saputo qualcosa di lei, ma non se ne aveva nessuna notizia. Poi, però, gli veniva in mente che lo amava come il sale e questo lo mandava di nuovo in collera.

Un giorno che doveva tenersi di nuovo un gran banchetto il cuoco venne dal re, in stato di grande agitazione. “Sua Maestà, ci è capitata una grande disgrazia” si lamentò; “tutto il sale è bagnato, con che cosa salerò le pietanze?” “Ebbene, non potete mandare a prenderne dell’altro?” obiettò il re. “Eh, signore, ci vorrà del tempo finché arrivano i carri dalle altre terre; e intanto con che cosa saleremo?” “Ebbene, il sale si può sostituire!” disse il re. “Sua Maestà, e cosa mai sala come il sale?” chiese di nuovo il cuoco. Ma il re non sapeva cosa rispondere; non aveva nemmeno mai pensato che fosse così difficile vivere senza sale. Si adirò dunque e cacciò via il cuoco ordinandogli di cucinare senza sale. Il cuoco pensò: “Farò come ordina Sua Maestà” e cucinò i cibi senza aggiungervi il sale. Fu uno strano banchetto e agli ospiti non piacque nulla, nonostante i cibi fossero stati preparati con molta accuratezza e maestria. Il re si arrabbiò molto. Furono inviati messi dovunque in cerca di sale, ma tutti tornarono a mani vuote, riferendo al re che tutte le riserve di sale si erano sciolte, che ne erano privi ovunque e che chi ne aveva non ne cedeva nemmeno un pizzico, nemmeno a pagarlo a peso d’oro. Inviarono i carri per il sale in altre terre; sino al loro ritorno il re diede ordine al cuoco di cucinare dei cibi dove non ci fosse bisogno di sale. Il cuoco pensò: “Farò come Sua Maestà desidera” e cucinò dei cibi dolci e tali che in essi non servisse il sale. Ma nemmeno quei piatti garbarono agli ospiti che vedendo che tutto rimaneva come prima, uno dopo l’altro si congedarono dal re. Le figlie ne rimasero molto dispiaciute, ma a che cosa serviva? Il re non poteva invitare nessuno, non era nemmeno in grado di offrire del pane salato come si deve, quando andavano a trovarlo. Giorno dopo giorno venivano portate in tavola vivande insipide e ormai tutti avevano perduto l’appetito e non facevano che desiderare il sale. Anche il bestiame soffriva e le vacche e le pecore mangiavano poco, poiché non gli veniva dato il sale. Era una disgrazia per tutti. La gente camminava fiacca e cominciava ad ammalarsi. Lo stesso re e la regina si ammalarono. Il sale costava talmente tanto che per un pizzico avrebbero dato il loro bene più prezioso. E il re si rese conto di quanto pregiato fosse il sale che lui non aveva tenuto in nessun conto e gli pesava molto sulla coscienza il fatto di aver offeso Maruška.

Più o meno in quel periodo la vecchia della casupola del bosco disse a Maruška: “Ragazza mia, è venuto per te il momento di tornare a casa”. “Ah, mia buona vecchietta, come posso tornare a casa se mio padre non mi vuole?” rispose Maruška e si mise a piangere. Allora la vecchietta le raccontò tutto quello che nel frattempo era successo a casa sua e le disse che siccome il sale era diventato più pregiato dell’oro e delle pietre preziose Maruška poteva ripresentarsi al padre. La fanciulla non era contenta di lasciare la buona vecchietta che le voleva bene e le aveva insegnato molte cose; ma aveva nostalgia del padre. “Ti sei comportata bene al mio servizio, Maruška” disse la vecchietta; “Voglio ricompensarti. Dimmi dunque, che cosa desideri?” “Lei mi ha accolto e consigliato bene, vecchia madre! Non desidero nulla, solamente il sale da portare a mio padre.” “E non desideri nient’altro? Posso realizzare ogni tuo desiderio!” disse ancora la saggia donna a Maruška. “Niente, non desidero niente, solo il sale” rispose Maruška. ”Bè, se il sale per te è così importante, che non ti manchi mai! Eccoti una verga; quando soffierà il primo vento dopo mezzogiorno, seguilo, attraversa tre vallate e tre colline, poi fermati e colpisci con questa verga la terra. In quel punto la terra si aprirà e tu entraci dentro: ciò che troverai è tuo!”

Maruška prese la verga, la ripose e ringraziò la nonnina, che l’accompagnò attraverso il bosco. E Maruška le disse che sarebbe tornata a prenderla e 1’avrebbe portata con sé al castello; ma la nonnina, udendo queste parole, sorrise. “Rimani così buona e coraggiosa, figliola mia, e tutto ti andrà sempre bene” disse la saggia vecchia quando furono arrivate al limite del bosco. Maruška avrebbe voluto ringraziarla, ma quella non c’era già più. Per quanto ne fosse stupita e dispiaciuta, la nostalgia per il padre le metteva fretta ed ella s’avviò di corsa verso casa. Siccome era vestita con abiti semplici e aveva la testa coperta con uno scialle, al castello non la riconobbero e non vollero lasciarla andare al cospetto del re con la scusa che era malato. “Lasciatemi passare,” cercava di persuaderli Maruška “io porto al re un dono più prezioso dell’argento e dell’oro che sicuramente lo guarirà.” Come riferirono al re queste parole, egli ordinò di lasciarla passare. Quando arrivò da lui, chiese del pane, e il re ordinò di portare il pane. “Ma non abbiamo sale” aggiunse. “Ce l’ho io” disse Maruška, e tagliò una fetta di pane, frugò nella bisaccia, lo salò e lo porse al re con tutta la bisaccia. “ll sale!” esclamò felice il re. “Ah, giovane donna, che regalo meraviglioso! Come ti posso compensare? Chiedi e ti sarà data qualunque cosa!” “Non desidero nient’altro, babbo, se non che voi mi amiate come questo sale!” rispose Maruška con la sua solita voce, e si scoperse il capo.

“ll sale!” esclamò felice il re. “Ah, giovane donna, che regalo meraviglioso! Come ti posso compensare? Chiedi e ti sarà data qualunque cosa!” “Non desidero nient’altro, babbo, se non che voi mi amiate come questo sale!” rispose Maruška con la sua solita voce, e si scoperse il capo

Allora il padre per poco non svenne dalla gioia e chiese perdono alla figlia; ma Maruška non finiva di carezzarlo, aveva già dimenticato il male. Subito si riseppe nel castello e nella città che la figlia più giovane del re aveva portato il sale, e tutti erano felici. Le sorelle più anziane erano felici non tanto per la sorella quanto per il sale; sapevano di averle fatto un torto. Ma lei lo aveva dimenticato ed era felice di aver aiutato il padre e gli altri. A tutti quelli che arrivavano ne dava un pochino e quando il padre, per paura che finisse, le ricordò di non distribuirlo tutto, rispose: ”Ce n’è ancora abbastanza, babbo!”. E in verità sembrava che non diminuisse nel tascapane. Tutti i mali del re sparirono come per incanto ed egli era così felice di sua figlia che fece subito chiamare i vecchi saggi ed elesse Maruška regina, e tutti lo approvarono.

Maruška fu nominata regina davanti al popolo, in una giornata limpidissima. In quel momento un vento caldo le sfiorò il viso; mezzogiorno era passato. Maruška allora ricordò le parole della nonnina; ne parlò con il padre, prese la verga e si mise subito in viaggio. Seguì il vento, come le era stato detto di fare, e dopo aver attraversato tre vallate e tre colline si fermò e colpì la terra con la verga. Appena ebbe sferrato il colpo la terra si spaccò e Maruška ci si incamminò dentro. Ed arrivò subito in una grande sala ch’era tutta bianca, come di ghiaccio – anche il pavimento – e attorno c’erano delle scale sulle quali c’erano dei nanetti che reggevano schegge di legno accese. Essi diedero a Maruška il benvenuto: “Benvenuta, regina, ti stavamo aspettando, la nostra padrona ci ha ordinato di farti da guida e di mostrarti ogni cosa; tutto qui ti appartiene”. E si davano da fare e saltellavano attorno a lei facendole luce e correvano su e giù come mosche, e le pareti rilucevano come pietre preziose. Maruška era stupita e come accecata da tutto quello splendore. I nani la condussero giù per le scale, sopra le quali pendevano ghiaccioli splendenti come l’argento, sino al giardino dove fiorivano rosse rose di ghiaccio e fiori di ogni specie. I nani colsero una di quelle rose e la porsero alla regina che ne volle sentire il profumo, ma la rosa non profumava. “Cosa è mai tutto ciò?” chiese la regina “non ho mai visto una bellezza simile!” ‘Tutto questo fa il sale!” risposero i nani. “Come sarebbe a dire, è fatto così il sale?” si stupì la regina, e pensò che sarebbe stato un peccato portarlo via. Ma i nani indovinarono il suo pensiero e le dissero di non preoccuparsi e di prender pure tutto il sale che le occorreva, che per quanto ne avesse preso non sarebbe finito mai. Maruška ringraziò di cuore i nani e poi uscì dalla terra; ma la terra rimase aperta dietro di lei.

I nani la condussero giù per le scale, sopra le quali pendevano ghiaccioli splendenti come l'argento, sino al giardino dove fiorivano rosse rose di ghiaccio e fiori di ogni specie. I nani colsero una di quelle rose e la porsero alla regina che ne volle sentire il profumo, ma la rosa non profumava.
I nani la condussero giù per le scale, sopra le quali pendevano ghiaccioli splendenti come l’argento, sino al giardino dove fiorivano rosse rose di ghiaccio e fiori di ogni specie. I nani colsero una di quelle rose e la porsero alla regina che ne volle sentire il profumo, ma la rosa non profumava. “Cosa è mai tutto ciò?” chiese la regina “non ho mai visto una bellezza simile!” ‘Tutto questo fa il sale!”

Quando tornò a casa, mostrò la rosa al padre e gli raccontò tutto ciò che aveva visto e sentito e il padre riconobbe che la nonnina le aveva donato una dote più ricca di quella che lui stesso le aveva dato. Anche Maruška ricordò la nonnina e siccome aveva già deciso di portarla al castello, fecero i preparativi e con il padre andarono a cercarla. Maruška sapeva dove si trovava la casupola della nonnina. Fecero passare il bosco palmo a palmo, ma della casupola non v’era traccia e della nonnina nemmeno l’ombra. Il sale nella bisaccia cominciava a diminuire, ma Maruška sapeva dove cresceva e per quanto ne prendessero non finiva mai. Le sorelle maggiori di Maruška non erano certo felici della sua fortuna, ma potevano morire d’invidia che non sarebbe servito a niente. Il padre l’amava più della luce degli occhi e tutti le volevano bene e le erano grati. Ma lei rimase sempre modesta e gentile com’era e non dimenticò mai la nonnina.

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